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L'Italia nel mondo: che pena!

Di Renato Ellero Martedi 13 Marzo 2012 alle 20:14 | 0 commenti

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Mi ero ripromesso di non esprimere opinioni sul caso dei due marò italiani arrestati in India, fino a che non si fosse definita compiutamente la situazione. Pongo fine al mio buon proposito dopo la vicenda nigeriana. Non so come questa si sia realmente svolta, ma ciò che sappiamo è, per ammissione formale di Cameron, che è stato il Premier inglese a dare l' ok operativo all'azione.

La considerazione internazionale del nostro Stato e del nostro Governo (Super Mario mi sembra un giocattolo della Preziosi più che una realtà!) col suo Presidente in testa è data dal fatto che Cameron non ha avuto la minima incertezza nel non avvertire il suo «corrispondente» italiano, cioè Monti. Questo con buona pace dei pennivendoli italiani che di professione reale fanno i «lecchini» del potere di volta in volta imperante.
Per quanto riguarda i marò mi è buon testimone il Direttore di questo giornale che due giorni dopo il fatto ho posto una serie di interrogativi ed un preciso atto di accusa al sen Mario Monti.
Premesso che nulla si sarebbe risolto prima delle elezioni locali, risultava di solare evidenza che era necessario un intervento diretto del nostro Capo del Governo nei confronti dell'omologo indiano.
Avrebbe avuto subito, e non dopo ventun giorni, la risposta che non avevamo peso politico internazionale e che si rendeva necessario far intervenire chi tale peso aveva.
L'ONU innanzitutto, cui si deve la decisione di «scortare» le navi mercantili con equipaggi «misti».
La NATO nell'ambito della quale i marò compiono la loro missioni, l'UE, gli USA che hanno analoghi problemi con la «pirateria» marina, e la stessa Gran Bretagna per la storia che la unisce e la divide dall'India.
Abbiamo iniziato tale operazione con grave ritardo.
Tralasciamo le amenità di Maroni sulle capacità di Frattini (vi ricordate la crisi internazionale con questi che continuava le sue vacanze alle isole Seychelles sostenendo che tanto aveva con sé il telefono?) e l'intollerabile arroganza del ministro Terzi nei confronti del parlamentare Maroni, e concentriamoci su di alcuni punti chiave.
Primo: abbiamo accettato che gli indiani fossero semplici pescatori, sul presupposto che a bordo del peschereccio non c'erano armi. Non c'erano quando sono rientrati nel porto, ma prima?
Secondo: Abbiamo accettato senza porci dubbi la versione che i nostri non abbiano sparato anche contro il peschereccio. Speriamo che sia così; ma abbiamo predisposto una linea difensiva se così non fosse?
Terzo: Abbiamo sostenuto la tesi della territorialità conseguente al fatto che in quel momento la nave era in acque internazionali. Appare grave il fatto che, con un Ministro che insegna diritto penale, il nostro governo non sappia che ogni Stato nel proprio ordinamento per certi reati fissa il principio dell'ultraterritorialità.
Per certi reati c'è anche nel nostro codice penale agli artt. 7-8-9-10. Evidentemente per l'India, o per la normativa dello Stato in questione, per l'omicidio vige il principio dell'ultraterritorialità.
Quarto: Sappiamo oggi che il Ministero degli Esteri aveva «sconsigliato» di entrare nelle acque territoriali indiane. Ma se lo sconsigli sai che c'è un rischio e con i soldati italiani nel mirino il Ministro Terzi si limita a sconsigliare?
Ma questo è un governo o un'accolita di piccoli «consultori»?
Quinto: Come la mettiamo col Console italiano che consiglia ai marò di scendere a terra, abbandonando così la nave? Perché, improvvisamente ci opponiamo solo dopo venti giorni per l'altro marò?
E nella linea difensiva non è magari opportuno «caricare» il marò rimasto su di una nave militare italiana onde evitare altri incidenti? Ma siamo sicuri che a sparare sono stati i due marò arrestati e solo loro? Non vorrei suggerire tesi difensive non richieste.
E come mai solo i «furbissimi» italiani sono gli unici che sono caduti nella trappola mentre gli altri alle richieste indiane hanno fatto le cosiddette orecchie da mercante?
Per ora ci limiteremo solo a queste considerazioni che ci inducono a ritenere che (non solo in questo) il Governo sia solo un complesso di dilettanti allo sbaraglio che, purtroppo, danneggiano tutti noi.
Ci soffermeremo in altro nostro intervento sul rapporto Monti - banche, perché in questo caso sarebbe stato meglio che il Presidente del Consiglio avesse taciuto. Venire in televisione e, a seguito delle «minacciate» dimissioni dei vertici dell'ABI (magari!), dire che questo dimostra che il suo governo non è amico delle banche significa deliberatamente nascondere quanto accaduto e quanto sarebbe, poi, stato già messo in essere per eliminare un equivoco del relatore.
Ma, ripeto, in altra occasione ci soffermeremo su questo gravissimo episodio.
Vi ricordate le sedute spiritiche? Giornalisti italiani se ci siete battete un colpo!

Leggi tutti gli articoli su: Giulio Terzi, Mario Monti, Marò

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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