Liste di mobilità dei dipendenti della provincia, per Variati è meglio prevenire
Giovedi 23 Aprile 2015 alle 23:00 | 0 commenti
L'eliminazione incompiuta delle province sta provocando non pochi grattacapi anche al presidente di quella di Vicenza, Achille Variati, che è costretto a utilizzare tutti in "trucchi del mestiere" imparati in tanti anni di amministrazione pubblica per mettere in sicurezza il primo bilamcio dell'ente da lui firmato e, soprattutto, per ammorbidire almeno per il 2015 gli effetti di una rivoluzione epocale: la fine dell'intoccabilità e della sicurezza a vita dei posti di lavoro nel settore pubblico.
Tra tagli delle risorse (Variati: «quest'anno lo stato ci porterà via 25 milioni di euro»), riforme di alcune strutture provinciali che porterebbero ad aumenti dei costi complessivi (sparirebbero, ad esempio, i Centri per l'impiego sostituiti da una prevedibilmente più "pesante" Agenzia del lavoro, la polizia provinciale verrebbe accorpata in quella forestale con effetti analoghi di incremento dei costi visti i migliori contratti dei "forestali" e così via) e tutte le incongruenze di un cambiamento delle province e delle loro competenze pomposamente annunciato ma scarsamente progettato, se non a livello mediatico, il problema che "l'amministratore" Variati ha focalizzato è quello dei dipendenti, destinati a diminuire del 50% con destinazioni non chiare e sicure per i lavoratori che oggi operano in strutture e settori che spariranno confluendo nelle regioni o chissà dove.
E qui fa la sua apparizione il problema della "prima volta", quella che toccherà a chi tra i 25.000 dipendenti delle province in tutta Italia dovrà accettare la "mobilità " verso altri impieghi, mobilità che diventerà perdita del posto di lavoro per chi non volesse o non potesse accettarla per un qualche ingestibile disagio per nuove funzioni o altre sedi inaccettabili.
«Cercando di anticipare e prevenire problemi - ci dice il presidente Variati -,  dopo aver ricollocato 8 dipendenti della provincia in Comune con un risparmio di costi di circa 250.000 euro per palazzo Nievo, che contribuisce a poter assicurare a tutti gli altri lo stipendio anche se solo fino al 31 dicembre 2015, ho disposto di predisporre la lista di mobilità di chi dovrà lasciare il suo impiego in provincia».
E i rumors dei sindacati?
Risponde secco Variati: «Rispetto sempre il loro impegno, ma questa volta non guardano avanti per difendere una staticità dannosa. Se non avessi fatto compilare la lista e se si rendessero disponibili destinazioni e funzioni accettabili in altri comuni o altri enti pubblici, che oggi devono attingere da queste liste e non da concorsi, i miei dipendenti perderebbero delle opportunità di scelta rispetto a chi, in altre province vicine, tipo Padova, già può migrare dalle liste ad altri impieghi pubblici».o
E se le scelte si restringeranno col passare del tempo ecco spuntare il rischio, «epocale» sottolinea il presidente "previdente", di dover per forza accettare una nuova destinazione: pena la perdita del posto di lavoro in un ente pubblico.
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