Lista candidati PD per le regionali, gli indirizzi e criteri di Rolando (Area Civati)
Lunedi 26 Gennaio 2015 alle 16:50 | 1 commenti
Dopo la direzione provinciale di Vicenza del Partito Democratico e in vista dell'Assemblea generale del partito prevista per il 6 febbraio 2015, Giovanni Rolando, responsabile dell’Area Civati ha preparato un documento con gli indirizzi e criteri sulla formazione e composizione della lista dei candidati per le elezioni regionali:“Per far vincere la speranza del cambiamento in Veneto: candidature femminili forti con alta possibilità di farcela, lista unitaria, no alla deroga oltre i due mandati, pari condizioni ed opportunità per tutti i 9 candidati, una lista forte, rappresentativa e qualificataâ€.
Il testo integrale del documento:
Gli indirizzi e i criteri per la composizione della lista provinciale del PD devono tener conto delle novità della situazione politica rispetto a cinque anni fa quando a marzo, in Veneto, si andò a votare per la Regione. E della necessità di dare voce e rappresentanza a un partito democratico  che è oggi pluralista e con diverse sensibilità .
Occorre partire, nella formazione e composizione della lista, dalla valutazione del lavoro svolto in cinque anni dagli uscenti consiglieri regionali, che nello specifico della nostra provincia sono Berlato Sella e Fracasso Stefano. Entrambi ex sindaci, rispettivamente del comune di Schio  e del comune di Arzignano. Con entrambi questi comuni  a guida Lega Nord. In termini più generali, essere coerenti con le posizioni politiche espresse, anche recentemente,  in consiglio regionale oltre ché alla luce dello statuto del partito. Coerenti rispetto al limite dei due mandati e dunque alla necessità di  dire sì al limite delle due legislature, corrispondenti a dieci anni in Regione  da consigliere regionale, e dire no alla deroga da questo criterio.
Altro punto riguarda la rappresentanza paritaria dei sessi. Poiché c'è la novità del numero dei candidati  in lista  per la nostra provincia che aumenta da 8 a nove consiglieri, sarebbe utile e opportuno che cinque candidati fossero donne e 4 gli uomini. Tenuto conto che oggi la rappresentanza femminile nel gruppo Pd  uscente in consiglio regionale è pari a zero. Qui occorre innovare. E perché questo semplice criterio/obiettivo della rappresentanza femminile a palazzo Ferro Fini a Venezia non sia una semplice perorazione di principio ma che possa   trovare un riscontro concreto ed effettivo nella composizione della lista , occorre che chi dirige la federazione provinciale lavori  politicamente perchè le candidate in lista  siano effettivamente in grado di concorrere alla elezione con reale possibilità di farcela. La candidatura di personalità femminile  forti ed espressione di un territorio forte con un numero elevato di voti potenziali appare perciò condizione essenziale se si vuole davvero perseguire tale innovazione politica rappresentatala consigliere regionale donna nel prossimo Gruppo consigliare a palazzo Ferro Fini.
Va inoltre assicurato il pluralismo dei diversi orientamenti presenti nel partito e nel suo potenziale elettorato.
Per questo va ricercata la massima  qualificazione della lista  in modo che la rappresentanza del PD vicentino sia pienamente all'altezza di una assemblea legislativa regionale,  sia che si vinca sia che si perda. Il che vuol dire, a mio parere, una lista  forte, rappresentativa e qualificata.  Al di là del numero presumibile degli eletti. In grado di ottenere consenso il più ampio possibile ed in grado di rispondere all'interrogativo di fondo di questa campagna elettorale così difficile: perchè andare a votare,  perchè votare Pd , perchè esprimere quell'unica preferenza che l’elettore ha a disposizione. Visto che la Lega al potere, sempre più nero-verde, ha affossato la possibilità per l’elettore di esprimere la doppia preferenza di genere.
Ci sono poi altri punti da rispettare, a mio avviso,  nella formazione della lista:  evitare il cumulo degli incarichi amministrativi di governo almeno per nelle città più grandi. L’esempio della Moretti che si è dimessa da europarlamentare, cosa nient’affatto obbligatoria , è da seguire anche per coloro che rivestono incarichi di governo importanti nelle amministrazioni locali.
Infine le risorse. Una campagna all’insegna della sobrietà è necessaria; con contenute spese, chiare e trasparenti sotto il profilo delle sottoscrizioni e delle entità finanziarie, con pubblicazione on line delle spese. Con le risorse materiali che dovranno essere messe dal partito  a disposizione di  tutti e nove in candidati:  risorse economiche, di possibilità di fare campagna, possibilità di accesso all’albo  elenco iscritti, elenco votanti primarie. Con pari opportunità per tutti per una competizione veramente alla pari.
Formazione lista: in ordine alfabetico, con alternanza donna / uomo  ( così sono 5 cinque donne), senza capilista.
Alla direzione provinciale di venerdì scorso ho proposto un numero minimo di firme a sostegno di ogni candidatura di 75 anzichè 100 ( se sono 2.500 gli iscritti in totale  in tutta la provincia:  9x 120= 1.080 iscritti che potrebbero essere invitati a firmare). Non sono poche vvisto che il numero è rimasto inalterato a 100 firme,  con la conseguente  difficoltà , per le componenti di minoranza interne al partito, di poterle raccogliere   per più candidature con il rischio di non raggiungere l'unitarietà politica della lista. E dunque il suo minor appeal nei confronti dell’elettorato potenziale.Â
Nè appare del tutto convincente che in lista del PD vadano anche i non iscritti, ovvero iscritti ad altri partiti.
Le regole raccontano la nostra concezione della democrazia e chi più ha nelle proprie mani il potere della maggioranza più responsabilità ha rispetto all'unità del partito.
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