L'impeachment. Ma che sia globale
Sabato 5 Novembre 2011 alle 16:19 | 0 commenti
Come non chiederlo un impeachment per B. o come non chiedere a Napolitano di intervenire lui, che può, per evitarci di "maledire" i padri costituenti se non l'hanno previsto? Per un presidente del (mal)consiglio che al G20, dopo aver fatto commissariare, dice ina pantomima di conferenza stampa, con Tremonti spettatore vergognosamente anche lui muto, che "non si sente qualcosa che possa assomigliare a una grande crisi, ... siamo un paese benestante, ... i consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, sugli aerei a fatica si trovano posti" e le mete di vacanza "sono piene" (anche dei milioni di Cipputi?, ndr)? E' folle o malato o entrambe le cose, come temeva Veronica Lario?
E, poi, quando reagisce rinviando alle sue "solite" trattative a quattr'occhi e vari portafogli dopo che addirittura i suoi uomini più fedeli (Letta, Verdini e Alfano) gli dicono da Roma che non ha più una maggioranza? "Silvio, i numeri sono questi, forse è arrivato il momento di farsene una ragione", loro gli dicono, ma lui rimane lì, aggrovigliato sulla sua poltrona come l'Italia è aggrovigliata nel dramma economico, che per lui, in tutti i sensi, non c'è. Il tempo è scaduto, ormai, ma dobbiamo stringerci intorno a un'alternativa a B., che non può essere ostacolata oltre da miserevoli manovre di corridoio. Di alcuni, troppi, vecchi politici che vogliono sembrare eterni, come Berlusconi che dicono di combattere. Di giovani e sedicenti tali che non hanno il senso del dramma che viviamo e ne fanno un uso promo mediatico. Come Berlusconi. E questo è la tragedia vera. A casa va mandato non solo Berlusconi, ma ancora di più il berlusconismo, il modello di cui ha impregnato il paese. Tutto.
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