L'ignoto oltre Treviglio: territorio, città e impresa
Mercoledi 23 Maggio 2012 alle 11:02 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 234 di Guido Zentile
Il dibattito sulle infrastrutture della nostra provincia è stato riacceso dal "Festival della Città Impresa", iniziativa che da qualche anno riunisce imprenditori, analisti, studenti per argomentare sul rapporto fra territorio, città e impresa. L'occasione è stata la presentazione del libro "Ultima fermata Treviglio. Perchè la Tav non arriva a nord-est", di Paolo Possamai, direttore del Il Piccolo di Trieste.
Si è discusso della necessità e dell'opportunità di dotare la Regione Veneto, di un sistema ferroviario ad alta capacità , senza sprechi, e costi assurdi, ma con tempi certi, e con un chiaro e preciso impegno politico. Solite cose, soliti discorsi, ma fatti concreti pochi. E della rete esistente ce ne dimentichiamo? È proprio necessario costruire nuovi attraversamenti ferroviari, cementificare ancor di più il nostro
territorio, ormai giunto ad uno stato di implosione? A Vicenza il treno arriva, anzi lo si vuole far arrivare, male. Lo spezzatino ferroviario, con la frammentazione in più enti delle Ferrovie dello Stato, ha comportato una politica di dismissioni e smantellamento di un sistema, che, pur con i suoi
problemi, rendeva funzionale un insieme di strutture e persone.
Perchè non si recupera, si ristruttura, si adegua, si rende efficace tutto questo? I mezzi e la tecnologia di oggi ce lo permetterebbero, a costi contenuti, ma manca la volontà politica di dare un servizio alle imprese, ai lavoratori, ai quei pendolari che si avventurano quotidianamente sui
nostri treni. Si razzola male investendo su un'ipotetica alta velocità , e nello stesso tempo tagliando o riducendo il servizio, con opere ed interventi, da spreco, che creano disagi ed allontanano l'utenza dal treno.
A che serve il maquillage della stazione di Vicenza, quando ancora oggi non si vuole far fermare il
treno DB-OBB Venezia - Monaco, anzi (ed ecco lo spreco) lo si preferisce fare viaggiare vuoto tra Venezia e Verona per il ricovero in sicurezza (?) dei mezzi? E i due binari in affiancamento agli esistenti, tra Padova e Mestre, una breve tratta per soddisfare un rango di velocità più elevato,
quando poi all'ingresso della stazione di Padova ci si trova in un imbuto? Insomma, opere di facciata, opere impattanti, realizzate, e che si vorrebbero realizzare, ma che hanno portato al depauperamento della rete esistente, rete che dalla nascita ha unito il Paese e ora lo sta disunendo.
L'alta velocità non-stop non unisce l'Italia, le nostre città reclamano un servizio che le renda partecipi di un sistema di trasporti integrato ed efficace, che permetta di essere collegate tra loro, sia nei servizi vicinali, sia in queli di media e lunga percorrenza, merci comprese. Mentre Vicenza attende il Sistema Metropolitano Ferroviario Regionale (SMFR), oltre Treviglio (verso est) permane l'ignoto.
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