Licenziamenti BPVi, Sinistra Italiana: tagli che feriscono profondamente il tessuto sociale
Venerdi 11 Novembre 2016 alle 10:53 | 0 commenti
Premesso che: rispettivamente da maggio e giugno 2016, in seguito ad aumenti di capitale privi di riscontro sul mercato, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono partecipate interamente dal Fondo Atlante, che in entrambi i casi ha acquisito l'intero inoptato.
Le due banche avevano subito un tale depauperamento degli attivi da rischiare procedure di risoluzione, in conseguenza di metodi di gestione spregiudicati e del forte impatto della crisi sul territorio di insediamento.
L'operazione di aumento di capitale ha comportato l'azzeramento del valore delle azioni, con perdite per gli investitori per per complessivi 19,3 miliardi di euro.
Ora il Fondo Atlante starebbe spingendo per un'operazione di fusione fra i due istituti, che potrebbe portare fino a 3.000 posizioni lavorative in esubero, oltre a generare il rischio di una contrazione generalizzata del credito, data la forte sovrapposizione territoriale fra le due entità .
Lavoratori e sindacati hanno già manifestato tutta la loro contrarietà ad un'operazione che risulta ad oggi priva di un vero piano industriale e motivata solo dal desiderio dell'azionista di recuperare rapidamente il proprio investimento.
Si ricorda a questo proposito che il Fondo Atlante è partecipato da soggetti controllato direttamente o indirettamente dal MEF, quali CDP e PosteVita, per complessivi 750 milioni di euro, pari al 17,8% delle quote.
In data 07 novembre 2016 il presidente di Veneto Banca Anselmi si dimette dall'incarico, manifestando esplicitamente il proprio disaccordo in merito alla fusione, imputata alla volontà dei vertici di BPVi e del Fondo Atlante.
In particolare, Anselmi si dice indisponibile a gestire un'operazione che comporterebbe tagli drastici al personale, senza che siano prese adeguatamente in considerazione ipotesi di contratti di solidarietà , ricorso al fondo esuberi, riorganizzazione del lavoro.
Appare chiaro a chi scrive che se non saprà gestire il rafforzamento del sistema bancario senza pregiudicarne la diffusione territoriale, la capacità relazionale e la difesa delle professionalità esistenti, l'Italia uscirà gravemente indebolita dall'attuale fase di ristrutturazione.
Siamo infatti strutturalmente un sistema bancocentrico, data la prevalenza assoluta delle PMI nel tessuto produttivo, e non possiamo permetterci modelli di sistema bancario adeguati a realtà economiche completamente diverse.
Chiede:
Considerando anche il rilevante impegno di capitale apportato da imprese a controllo pubblico in Fondo Atlante, se e come intenda intervenire per garantire che il rafforzamento di Veneto Banca e BPVI non passi per la riduzione forzata del personale, per un piano industriale non condiviso con le OOSS, per una riduzione sensibile della presenza territoriale delle aziende di credito in Veneto.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.