Libertà di stampa: vale ancora alle Poste di Via Mercato Nuovo
Mercoledi 12 Dicembre 2012 alle 17:54 | 1 commenti
Siamo in Italia dove c''è libertà di delinquere a tutti i livelli ma se c'è un giornalista che fa una foto in un ufficio postale per documentare la folla che alle 17 di un giorno qualunque aspetta tempi allucinanti per essere "servita" dal pur diligente personale il vostro cronista viene "fermato" dall'agente G. G., che teme chissà quale situazione di rischio da un signore con i capelli bianchi e con il ticket per ritirare due raccomandate, per le quali anche lui è in fila.
Tutto giusto (?) ed encomiabile ma strano che il dirigente dell'ufficio abbia affermato che "in un ufficio postale non si possono fare fotografie" e che abbia addirittura chiamato la questura che, per fortuna, dovendo "occuparsi" di ben altri problemi, conferma al bravo e scrupoloso agente che nell'ufficio postale di via del Mercato Nuovo di Vicenza vige ancora la legge italiana e che, quindi, se vengono fatte per documentare le attività e non per .... attentati, le foto non possono essere impedite.Â
La cosa grave in tutto  questo è che dopo essermi qualificato all'agente più di un dipendente dell'ufficio postale sempre più affollato nel frattempo si è dedicato all'improbabile "caccia al ladro".
Per mia tranquillità , visto che non vorrei fare la fine di Al Capone al contrario, bloccato nelle sue attività più rilevanti e "fastidiose" per questioni ben più marginali, ho chiesto all'agente, che tra l'altro ha fatto il suo dovere pur essendo fuori servizio e con un bimbo, mi ha detto, ammalato, di verificare se fosse esposto un cartello, magari millimetrico, che segnalasse una qualche particolrare e legittima disposizione diversa da quelle che regolano i luoghi pubblici.
il buon G. G. si è dato da fare col massimo scrupolo e alla fine ha confessato che le Poste Italiane in via del Mercato Nuovo non hanno reso disponibile alle viste normali norme eventualmente particolari o da proporre all'evidenza di chi entrasse.
Capisco anche i possibili timori, ma quello che faccio fatica ancora adesso a capire, e tollerare, è che non basti qualificarsi come giornalista per interrompere sul nascere uno spettacolo tragicomico.Â
Questa è l'Italia, signori.
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