Libertà di stampa: la questione riguarda il diritto dei cittadini a essere informati
Lunedi 5 Marzo 2012 alle 12:42 | 0 commenti
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Anticipiamo alcuni brani dell'introduzione di Alberto Spampinato al Rapporto 2011-2012 dell'osservatorio Ossigeno per l'Informazione. Il Rapporto, in cui sono presenti anche nostri collaboratori minacciati, sarà pubblicato a marzo dalla rivista "Problemi dell'Informazione", edita dal Mulino.
Chi intimidisce un giornalista causa un danno personale e insieme un danno sociale. L'aspetto sociale non deve essere mai trascurato: è ciò che motiva la necessità di norme specifiche di tutela.
L'informazione giornalistica è una infrastruttura essenziale della società democratica. Senza informazione libera e indipendente non c'è trasparenza e non può esserci consapevole partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Chi minaccia un giornalista per condizionare ciò che scrive si comporta come un dirottatore che sale su un autobus di linea e costringe il pilota cambiare percorso. Con quella azione fa violenza al guidatore, ma anche alla compagnia, ai passeggeri, a chi attende i passeggeri all'arrivo, e al servizio di trasporto pubblico in generale. Allo stesso modo le intimidazioni ai giornalisti, oltre a colpire la libertà di espressione ed il diritto individuale di un singolo giornalista, colpiscono il suo giornale, il suo editore, i suoi giornalisti, i suoi lettori, i cittadini che hanno diritto di ricevere le informazioni che si tenta di oscurare con la violenza.
Nei paesi democratici impedire a un giornalista di fare il suo lavoro equivale a interrompere un servizio di pubblica utilità . In ogni società democratica l'informazione giornalistica è una infrastruttura sociale , è un'attività di interesse collettivo. Permettere ai cittadini di essere informati facendo circolare le notizie è importante quanto fare circolare i treni o distribuire acqua potabile. I cittadini hanno diritto di muoversi liberamente e hanno anche il diritto di essere informati. Questo diritto è tutelato dall'articolo 21 della Costituzione, dall'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e dall'articolo 11 della Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Essere informati correttamente, tempestivamente, senza omissioni, senza parzialità e senza censura è il presupposto necessario per prendere decisioni consapevoli, per fare scelte basate sulla conoscenza dei fatti. E' importante, ad esempio, al momento delle elezioni sapere chi ha avuto comportamenti negativi per scegliere in modo oculato i rappresentanti nelle istituzioni. Occorre conoscere per deliberare, come diceva Luigi Einaudi. Essere istruiti, conoscere è ciò che trasforma in cittadino un suddito, aggiungeva Piero Calamandrei.
Non a caso quando i regimi autoritari usano le minacce, le intimidazioni, la censura e altre forme di bavaglio per reprimere la libertà di stampa, di cronaca e di espressione, noi protestiamo. Protestiamo perché violano diritti umani universali che gli italiani dotati di spirito democratico e di senso umanitario chiedono di concedere a tutti.
Perché non pretendere più attivamente che in Italia quegli stessi diritti siano più ampiamente rispettati? (...)
Intimidire un giornalista per impedirgli di fare il suo lavoro è un fatto grave, anche quando l'intimidazione si manifesta in una forma che non richiama immediatamente implicazioni gravi. Perciò è importante conoscere come si sviluppano i condizionamenti indebiti. Certamente le minacce di morte, gli attentati, le aggressioni personali sono fra le forme di intimidazione più allarmanti, e richiedono la massima mobilitazione. Ma non si devono sottovalutare le pressioni indebite, gli insulti di uomini potenti, le misteriose intrusioni di ladri che non rubano niente, le querele pretestuose, le citazioni per danni infondate, gli abusi di potere degli amministratori pubblici, le indagini invasive e a volte arbitrarie di investigatori ed inquirenti... Anche questi sono tentativi di imbavagliare i giornalisti.
di Alberto Spampinato, Direttore di Ossigeno per l'Informazione, Consigliere Fnsi
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