Valentina Dovigo candidata Sindaco per la Lista civica e SEL  -  Siamo convinti che la grande opportunità offerta alla città dal restauro della Basilica vada presa in mano dalla futura amministrazione e giocata fino in fondo, per spalancare finalmente porte e finestre ad una nuova visione di Vicenza come città d'arte. La questione non è quindi quella se siano opportuni o meno i grandi eventi, le collaborazioni con grandi macchine mediatiche come Linea d'ombra, il fatto che il progetto di un ciclo di grandi mostre sia o no il miglior modo per far decollare la vocazione turistica e culturale di Vicenza.
Nessun vento è propizio se non si sa dove andare, e senza un ragionamento finalmente competente che si levi al di sopra dei cortili degli interessi particolari, anche queste occasioni si trasformano in fuochi di paglia, che lasciano dietro di sé solo mucchietti di cenere.
La vera scommessa del futuro e' vedere oltre gli eventi, tornare a far mente locale sulla Basilica non come oggetto isolato, ma come nucleo di un sistema urbano.Â
Le star della pittura, le mostre spettacolo, con quale humus culturale dialogano?Â
A fronte degli investimenti milionari per gli eventi di grande richiamo, quali sono le risorse per sviluppare attrattori turistici a bassa intensità e lunga durata?
Se non ci poniamo queste domande corriamo il rischio di cadere in una tipica trappola della provincia, quella di sottovalutare le proprie potenzialità e farsi sedurre dalle mode foreste.
Abbiamo bisogno di riempire la Basilica con una grande mostra ogni anno, oppure si tratta di un appuntamento cui lasciare uno spazio di sedimentazione, la capacità di riverberare attraverso un sistema di iniziative di consolidamento e di preparazione?
Altrimenti corriamo il rischio di polarizzare un conflitto che non esiste, tra cultura bassa locale e cultura alta d'importazione, negando il valore dei grandi eventi o viceversa sostenendo la assoluta necessità di grandi eventi per "dare una scrollata" alla letargica Vicenza.
E corriamo ancora più rischi ipotecando il futuro dei prossimi anni attraverso scelte compiute in fretta, in modo non comprensibile e non trasparente.
Approntare una proposta culturale per la città significa accumulare capitale per il futuro, attraverso un processo trasparente, coinvolgendo e sbloccando tutte le attuali risorse inutilizzate, creando sistemi di regole, rendendo pubbliche sia le motivazioni che muovono le scelte sia il modo in cui vengono utilizzate le risorse pubbliche e private.
Va ripensato infine il coinvolgimento della collettività , siano essi privati cittadini o imprese, nelle forme profit e non profit, non solo in qualità di concessionari di servizi o fonte di sponsorizzazioni, ma per coglierne l’apporto di idee e di proposte nell’elaborazione delle politiche e nell’individuazione di soluzioni sostenibili. La partecipazione della collettività ai processi di programmazione e gestione, può apportare un doppio beneficio; fortificare la percezione sociale del bene culturale come bene comune e aumentare la consapevolezza che solo una manutenzione attiva dei beni e dei contesti può rendere efficaci i processi di valorizzazione, contribuendo significativamente a trasformare le ricadute potenziali in effetti concreti.
In fondo a questo percorso l'obiettivo di trasformare in "evento" l'intera città di Vicenza, capace sia di attrarre turisti, che di far vivere meglio, ogni giorno, i suoi abitanti.