Lettera di Federico Ginato ai Democratici
Giovedi 7 Giugno 2012 alle 23:48 | 0 commenti
Di Federico Ginato, Segretario provinciale del Partito democratico
Cari Democratici, essendomi giunte moltissime mail di commento alla mia riflessione sulle ultime elezioni amministrative, e non potendo rispondere a tutti (vi assicuro che ci ho provato), ho pensato di inviarvi una risposta "collettiva" che spero possa specificare ulteriormente il mio pensiero. Ritengo sia inutile nascondersi che oggi il sistema politico italiano, fondato sugli attuali partiti, sconti un grave deficit di legittimazione presso l'opinione pubblica e quindi verso l'elettorato.
La forte astensione e il successo del Movimento 5 Stelle ne sono le spie più evidenti.
La domanda che credo dovremmo porci tutti è la seguente: i partiti hanno ancora ragione di esistere? Sono ancora uno strumento privilegiato per organizzare e alimentare il necessario dialogo tra l'elettorato e le istituzioni? Personalmente penso di sì. Ritengo che i partiti possono e devono essere lo strumento per facilitare la comprensione tra i vari attori del sistema democratico ma, allo stesso tempo, sono convinto che se i partiti italiani non procedono in tempi rapidi ad un'autoriforma radicale dei loro comportamenti e delle loro modalità organizzative, sono destinati a lasciare il campo come minimo ad altri partiti. A partiti diversi, organizzati differentemente, portatori di un pensiero più "orizzontale", più inclusivo e partecipativo, meno chiuso e gerarchico. Oppure, al contrario, lasceranno il campo ad un rapporto più diretto tra eletti ed elettori che non preveda ulteriori mediazioni/discussioni (la democrazia mediatica di Berlusconi è un buon esempio e ha lasciato un ricordo vivido in tutti noi). Queste considerazioni sono ormai quasi scontate, il problema è che abbiamo il timore di parlarne ad alta voce... perché ciò significa arrivare alla domanda: se è così, cosa dobbiamo fare? In che direzione deve andare il PD? Io provo ad abbozzare una risposta che non può essere esauriente ma che tenta almeno di indicare alcune soluzioni.
Vi sembrerà forse l'uovo di colombo, ma penso che si debba ritornare molto semplicemente ai fondamenti dell'agire politico, ritornare a concepire la politica come servizio civico per la propria comunità , locale o nazionale che sia. Tornare ad intenderla come un onore per chi la fa e non come un privilegio per far carriera e magari infine garantirsi la pensione. Se è così e penso che siamo in tanti a pensarla così, cosa si dovrebbe fare per essere coerenti con questa concezione della politica? Ad esempio, dovremmo forse garantire:
- Un partito aperto agli apporti di tutti, anche di chi non è tesserato o elettore ma intenda lavorare per il bene e i beni di tutti
- Regole rigide contro il conflitto di interessi e chi si macchia di reati
- Uno stipendio equo per i propri rappresentanti politici
- Un partito che renda conto dei soldi che riceve e ne faccia un buon uso
- La libertà degli elettori di poter scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni
- Un adeguato rinnovamento nell'ambito di tali rappresentanti
Sono cose da bacchettoni? Non lo so, ma so che il PD ha spesso scelto le primarie come metodo per selezionare i suoi candidati, che ha uno statuto che, tra le altre cose, prevede il limite dei tre mandati e un codice etico che definisce quali dovrebbero essere i comportamenti dei suoi aderenti. Basta applicare e migliorare tutto ciò, senza deroghe, senza troppi se e ma che affievoliscono lo spirito originario che ha portato alla nostra nascita. Alcune cose sono stata fatte e le abbiamo fatte meglio di altri partiti, non si tratta di rottamare nessuno ne atteggiarsi a novelli Savonarola ma in una crisi economica così forte sarebbe un grave errore non capire quanto sia necessario dare il buon esempio e ritrovare un'adeguata legittimazione presso gli elettori.
Comprendo benissimo quanto sia difficile per molti dei nostri leader fare una scelta coerente con queste impostazioni ma devono/dobbiamo comprendere che non c'è più tempo, per loro e anche per il PD.
Siamo coscienti che non è solo un problema di comportamenti ma anche di idee, di contenuti e proposte ma delle molte e buone che il PD ha non si riesce nemmeno a parlare se non c'è prima un ritorno ad una forte e radicale coerenza tra valori professati e comportamenti tenuti. Pensate che la Lega si è inventata i dipartimenti (lavoro, sanità , ecc) solo ora mentre noi li abbiamo da anni anche a livello provinciale. E i grillini hanno spesso programmi fotocopia, uguali per ogni comune, mentre noi dedichiamo tempo ed energie per sviluppare analisi e proposte sulle singole questioni locali.
Di queste cose e di molto altro sto discutendo nel PD vicentino (a metà giugno incontrerò i dirigenti per approfondire questa analisi e a fine mese verrà organizzata un'assemblea provinciale) per poi porre la questione a livello veneto e nazionale.
Vi ringrazio ancora per i vostri contributi che sono sempre graditi.
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