Lettera aperta: da Roma Ladrona a Lega Magnona
Lunedi 16 Aprile 2012 alle 23:36 | 0 commenti
Quanta tristezza nel vedere quello che è accaduto in Lega. Il condottiero Umberto Bossi, l'uomo che ha il merito di aver risvegliato le coscienze della gente del Nord abituata solo a lavorare e subire, miseramente costretto a dare le dimissioni per una vergognosa storia di soldi utilizzati impropriamente, a quanto pare, dalle persone a lui più vicine. La Lega, nata scardinando la Prima Repubblica per combattere il malaffare dei politici della Roma Ladrona miseramente indagata per quello che avrebbe dovuto combattere. Vale miseramente il proverbio "chi di spada ferisce di spada perisce".
Come sono lontani i tempi in cui l'opinione della gente, anche la più umile, contava molto e i pochi eletti non dimenticavano in fretta gli elettori. Quando Berlusconi era il mafioso di Arcore o la tessera n.xxxx della P2 e rappresentava l'esatto contrario della Lega. L'uomo di Dell'Utri e di Licio Gelli, il figlio di Bettino Craxi, l'erede di quell'Andreotti che Bossi, dal prato di Pontida e ben prima di Beppe Grillo, mandò a vaffanculo. Quanta amarezza oggi per tutta quella gente che, per partecipare ai raduni di Pontida e Venezia, pagava il viaggio di tasca propria ed era fiera, nonostante il caldo o il fango, di partecipate convinta di cambiare, con la loro presenza, la storia di questo paese cacciando i tanti politici corrotti.
L'ennesimo tradimento. L'ennesima delusione. Quanti progetti falliti! Che fine hanno fatto i soldi raccolti per l'acquisto del prato di Pontida? Quanta gente ha perso soldi con le cooperative padane? E il circo padano? E il sogno della banca padana la Credieuronord? Quanti pensionati e operai, investirono tutti i
loro risparmi credendo in quel progetto! Ricordo ancora a Pontida la gente in fila davanti al camper della Credinord (poi Credieuronord) presidiato pomposamente da guardie giurate. Le città del nord furono tappezzate di manifesti dove Bossi, facendo l'occhiolino, diceva "anch'io sono socio fondatore". La banca nasce, nel novembre del 2000, con oltre 35 miliardi di vecchie lire di capitale con il fine di finanziare famiglie, artigiani, agricoltori e piccole imprese, ma fallì, di fatto, in poco tempo e i soci persero tutto. Scoprii con mia grande sorpresa, elenco soci alla mano, che pochissimi furono i politici che aderirono all'iniziativa. A Vicenza, salvo errori, ci fu solo Stefano Stefani. Forse non si fidavano o remavano contro?
Perché la Lega non cacciò a calci nel sedere i politici che fecero parte dei consigli di amministrazione come Stefano Stefani, mentre quasi tutti i soci sono stati espulsi? Perché i soldi, di cui si parla adesso, invece di
investirli all'estero non sono stati utilizzati per rimborsare i soci della Banca rimasti senza risparmi? L'impressione è che molti eletti leghisti, invece di andare a Roma per cambiare il sistema e combattere Roma Ladrona, si siano velocemente adeguati al sistema. Lo stesso è accaduto quando sono entrati nelle
stanze dei bottoni di comuni, province, regioni e società pubbliche. Non è un ulteriore dimostrazione dell'adeguamento il fatto che a reggere ora la Lega sarà un triunvirato come accade ai tempi dell'antica Roma? Ma i leghisti non dovevano essere tutti duri e puri?
Ecco alcuni esempi, a mio parere, poco edificanti:
- Marino Finozzi, assessore regionale al turismo, è stato indagato per truffa a danno di un creditore, come riportato dalla stampa del 15 ottobre 2010. Risulta anche socio di Miver SRL di Zané. La Miver è finita invischiata anche in una truffa ai danni di una conceria di Chiampo, la Mabopell. Oggi il suo nome è collegato all'inchiesta che ha travolto Bossi e il "cerchio magico" tramite la società Siram dell'imprenditore Stefano Bonet, che secondo l'Espresso sarebbe stata fra i finanziatori della sua campagna elettorale.
- Luigino Vascon, assessore provinciale all'agricoltura, era indagato per furto d'acqua, ma il reato ipotizzato a suo carico è andato prescritto.
- Alessia Segantini, sindaco di Zimella nel Veronese, è indagata per reati collegati alla posizione del padre ex funzionario delle Entrate di Arzignano accusato per tangenti nel settore della concia.
- Gianfranco Vivian, braccio destro dell'onorevole Manuela Dal Lago, ha patteggiato per appropriazione indebita ed è stato premiato con incarichi, passati e presenti, come amministratore o revisore dei conti in società collegate, direttamente o indirettamente, ad enti pubblici. Chissà se sarà nominato revisore del bilancio della Lega?
- Il senatore Alberto Filippi, infine, non ha dato certo dimostrazione di essere un duro e puro, quando, accusato di essere lo sponsor compiacente del calcio a 5 di Ghiotto, era inseguito dalle telecamere di Presa Diretta.
Temo che siamo passati dalla devolution alla devoluzione dei finanziamenti, questa è la cruda verità . Abbiamo sprecato anni della nostra vita rincorrendo un sogno, siamo stati traditi spudoratamente da chi aveva la nostra fiducia incondizionata e dopo 25 anni ci ritroviamo in mano solo un pugno di mosche.
Franca Equizi
Ex consigliere comunale
Ex militante della Lega Nord
Socia di Credinord
Finanziatrice dell'acquisto del prato di Pontida
Ex socia di Telepadania
Ex abbonata al giornale "La Padania"
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