L'Etica di Toniolo e la provocazione degli antidivi Ratzinger e Montini
Mercoledi 2 Maggio 2012 alle 17:02 | 2 commenti
Roberto Ciambetti - Beato l'economista di Dio, che non credeva nel liberismo ortodosso
In anni in cui agli economisti è sfuggita di mano l'economia, Benedetto XVI° dichiara beato Giuseppe Toniolo, economista trevigiano di quella scuola che, sul finire dell'Ottocento, muovendo dal Veneto s'interrogò, da posizioni intransigenti del clericalismo cattolico, sulle contraddizioni della società liberista, riprendendo le polemiche che già avevano caratterizzato più laicamente attorno agli anni Settanta Fedele Lampertico, non a caso tra i maestri del Toniolo.
È interessante notare come a dichiarare venerabile Toniolo sia stato nel 1971 Paolo VI: papa Ratzinger e Montini si sono trovati ad operare in anni difficili di svolta e crisi, entrambi sono stati protagonisti del Concilio Vaticano II e assieme condividono anche la difficoltà di bucare il video, d'essere comunicatori di massa: antidivi per eccellenza, che antepongono la sostanza, culturale oltre che teologica, all'apparenza. L'aver riproposto la figura di Toniolo, l'economista di Dio, va letta dunque come una vera sfida propositiva, un invito alla riflessione non solo per i cattolici. Per alcuni aspetti, l'impegno di Toniolo può oggi far sorridere, come la sua battaglia contro "l'immoralità dei costumi dilagante in Italia", che lo portò, tra le altre cose, in occasione della prima Biennale di Venezia a protestare perché un dipinto di Giacomo Grosso, che aveva suscitato scandalo, non fosse stato censurato da critici e giurati tra i quali anche il vicentino Fogazzaro. Ma vi sono anche prese di posizioni singolari, come il riconoscimento del riposo festivo per le feste non riconosciute civilmente, quelle religiose, tema che riecheggia attualissime polemiche ma che spiega come nell'analisi di Toniolo fosse centrale l'essere umano e i suoi diritti, i suoi valori. Ecco perché Paolo VI prima, Benedetto XVI° oggi hanno riproposto, in anni di svolta in cui in troppi sembrano aver perso la rotta, questa singolarissima figura. Che Toniolo sostenesse la necessità dell'etica in economia è noto, come è altrettanto chiaro che noi oggi si abbia necessità autentica di riportare al centro della vita non solo economica, ma anche politica e culturale, l'essere umano, i suoi bisogni, la sua dignità e appunto quell'etica che appare essere l'ultimo pensiero dei traders come dei banchieri o dei tecnici, di quel potere reale per il quale profitti e guadagni giustificano qualsiasi scelta e azione, anche le più indegne. Toniolo aveva intuito il pericolo drammatico se a uomini e donne si sostituisce l'Homo Oeconimicus, amorale per definizione, immorale negli esiti: quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi in anni di crisi, crisi culturale oltre che politica ed economica, ne è una riprova. Ecco che la scelta etica chiesta da Toniolo diventa di straordinaria attualità : ai suoi tempi spread, ratings, bond, traders e swap non esistevano ancora, ma esistevano, come esistono oggi, i poveri, che l'economista trevigiano metteva evangelicamente al centro del suo pensiero. E di straordinaria attualità non è solo l'analisi economica di Toniolo ma il bisogno di una politica che si metta al servizio dell'uomo e dei poveri innanzitutto. "Per meglio servire al bene comune dei cittadini - scrisse Toniolo nel suo ‘Democrazia Cristiana. Concetti e indirizzi' con prefazione di Alcide De Gasperi - la costituzione fondamentale politica deve atteggiarsi alla costituzione sociale della nazione, ottemperando alle sue tradizioni e seguendone lo sviluppo storico successivo. Di qui il rispetto non solo delle private libertà civili, ma ancora di ampie autonomie locali, che lo Stato per il bene comune deve garantire e integrare, non menomare e sopprimere". Più che un consiglio per affrontare mesi che si preannunciano ancor più foschi degli attuali.
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