L'egoismo, il virus delle primarie provinciali
Lunedi 14 Novembre 2011 alle 09:04 | 0 commenti
Di Adriano Verlato
Vorrei subito dire che le primarie sono, nel loro spirito, una grande prova di democrazia, un elemento caratterizzante di un partito che si chiama proprio democratico. Chiedere a tutti i cittadini interessati di esprimere la loro preferenza per una persona destinata ad una certa carica mi sembra cosa buona e utile. Se poi, nel paese di Machiavelli, si mette mano ad un regolamento che consenta di frenare o dirigere i lavori in un certo modo, per consentire solo a chi si trova in certe condizioni di partecipare, la colpa non è certo di questo eccellente mezzo di scelta.
Anni fa ho fatto parte di un tavolo, al quale sedevano rappresentanti di partiti e di varie associazioni, con lo scopo di fissare le regole di svolgimento delle primarie, appunto. Ci trovammo, ci ritrovammo varie volte e, dopo vari tira e molla, riuscimmo a trovare una sintesi. A quel punto il parto fu mandato ai vari partiti coinvolgibili nel meccanismo di consultazione. Oltre a quello dei loro rappresentanti, era atteso il parere delle varie assemblee ma il risultato è che ad oggi, per quanto ne so, il regolamento non ha avuto approvazione. Tutte quelle lungaggini burocratiche sono dovute non alla burocrazia " tout court", ma alla cattiva disposizione d'animo di tante persone. Anche davanti ad uno strumento così giusto e utile, quello che si voleva era renderlo più confacente alla propria parte. In politica è sempre tanto difficile essere generosi e, ad ogni occasione, l'egoismo rispunta come un virus ricorrente. Ho letto che il segretario provinciale del Pd, Ginato, ha affermato di volere che le primarie per la Provincia siano il più aperte possibile. Mi sembra una buona decisione, a meno che, poi, non intervenga qualche input collaterale che proponga, ad esempio, un numero di firme di presentazione della candidatura piuttosto elevato e con tempi di raccolta ristretti. A mio avviso il partito dovrebbe dare a tutti i concorrenti il medesimo appoggio, oppure astenersi, dando a tutti le stesse chance per le future provinciali del 2012. E queste osservazioni valgono anche per i partiti che le primarie ancora non le hanno metabolizzate. Certo è che ci troviamo a parlare di primarie e elezioni per un ente, la provincia, che andrebbero abolite, ovviamente decidendo a chi e come destinare le loro competenze e il loro personale. E l'augurio che si fa chi scrive queste note è che l'operazione sia fatta non con la solita tecnica di cambiare perché nulla cambi, ma con il senso di responsabilità che in questi tempi grami si richiede a tutti cittadini e, in particolare, a tutti i nostri amministratori.
Da VicenzaPiù n. 223 e BassanoPiù n. 4
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