Legge elettorale: Possamai, basta tentennamenti, cambiamo il porcellum
Venerdi 21 Settembre 2012 alle 17:27 | 0 commenti
Giacomo Possamai, vicesegretario nazionale dei Giovani Democratici - "Non c'è più tempo per le esitazioni e i tentennamenti: non portare a termine la riforma della legge elettorale è un lusso che non possiamo permetterci", dichiara Giacomo Possamai, vicesegretario nazionale dei Giovani Democratici. "I partiti politici che sostengono il governo Monti, in occasione del primo voto di fiducia, ormai quasi un anno fa, hanno assunto l'impegno davanti ai cittadini di modificare la legge elettorale più iniqua che l'Italia abbia avuto dal Dopoguerra ad oggi".
"Molta acqua è passata sotto i ponti ma i risultati ancora non si vedono. All'apertura di Alfano ad Atreju devono seguire i fatti: troppe volte da parte del centrodestra ad accelerazioni e segnali positivi sono seguite brusche frenate e stop improvvisi. Quindi, se non si troverà precedentemente un'intesa, va bene anche l'accelerazione imposta con la calendarizzazione in Aula. Per noi il punto centrale, l'unico sul quale non potremo per nessun motivo recedere, è quello indicato a più riprese da Pierluigi Bersani: la legge elettorale deve restituire agli elettori la possibilità di scegliersi i parlamentari. Sulle modalità , collegi o preferenze, si può discutere ma non deve diventare il nodo prioritario: la discussione attorno a questo tema non può diventare in alcun modo un alibi per non cambiare il Porcellum. In fondo, entrambi sia i collegi che le preferenze ci consentirebbero di raggiungere il nostro principale obiettivo: restituire dignità alle istituzioni, consentendo ai cittadini di esprimere la propria opinione sulla classe parlamentare. Penso sia inutile ribadirlo - conclude Possamai - ma qualora per motivi indipendenti dalla nostra volontà non fosse possibile la riforma della legge elettorale, si renderanno indispensabili le primarie per indicare i nostri parlamentari: è un impegno che abbiamo preso con gli elettori e per nessun motivo potremmo venir meno alla parola data".
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