Legge di stabilità, AnciVeneto perplessa: "con i tagli non funziona"
Giovedi 16 Ottobre 2014 alle 11:52 | 0 commenti
Le prime notizie sulla legge di stabilità in preparazione dal governo italiano destano parecchie perplessità nella nuova presidente di AnciVeneto Maria Rosa Pavanello (foto) e nell’ufficio di presidenza dell’Associazione perchè alcune misure rischiano di penalizzare gli enti locali. Ecco tutti i punti sotto la lente d'ingrandimento dei Comuni veneti.
Se da una parte viene promesso un allentamento di 1 miliardo di euro nel patto di stabilità , per permettere agli stessi enti di fare investimenti, dall'altra viene imposto ai sindaci di congelare nel "fondo crediti di dubbia esigibilità " una quota proporzionale alle mancate riscossioni degli ultimi cinque anni: ciò significa vincolare altri fondi e, quindi, bloccare ugualmente la spesa.
Inoltre, dei 15 miliardi di tagli attesi dalla revisione della spesa pubblica, 1,2 miliardi dovranno essere garantiti dai comuni attraverso la regola del 3%, che impone di praticare tagli pari a tale percentuale sull'acquisto di beni e servizi, quando già queste spese nei comuni sono ridotte al minimo, se non oltre. A ciò si aggiungono anche i tagli al fondo di solidarietà comunale (che, pare, perderà ogni tipo di aiuto statale): si parla di 4 miliardi di trasferimenti statali in meno.
È indispensabile conoscere i criteri con cui verranno applicati i tagli e ragionare sui costi standard: posto che i comuni hanno già abbassato la spesa, se un servizio (ad esempio, un asilo nido) ha già un costo corretto, come è possibile tagliare ulteriormente? Saranno opportuni nuovi confronti con il Governo e con i sottosegretari del nostro territorio, Pier Paolo Baretta ed Enrico Zanetti
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