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Le "tante" Via Roma anche in Veneto: un retaggio fascista

Di Lettere al direttore Martedi 20 Marzo 2018 alle 21:25 | 1 commenti

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"Con l'anno decimo dell'Era Fascista tutti i centri capoluogo di Comune debbono avere una via, non secondaria, col nome di ROMA" firmato S.E. il Capo del Governo italiano cav. Benito Mussolini (clicca qui).
E il primo agosto 1931 partì da tutte le prefetture del sacro suolo italico una circolare riservata indirizzata ai Podestà con l'ordine "di adottare al riguardo apposita deliberazione da inviarsi con sollecitudine a questa Prefettura"; il tutto seguito da un perentorio, immarcescibile "Assicurino".

Ecco spiegata la presenza ossessiva del toponimo "Roma" nelle nostre comunità; mi dispiace deludere chi si illudeva fosse una straordinaria dimostrazione d'amore dei veneti verso la città dei sette colli. Niente di più sbagliato.
I veneti avevano la loro toponomastica con i loro nomi a vie e piazze ( a Vicenza, per esempio, viale Roma si chiamava viale della Stazione e ancor prima "Stradone retto del Campo Marzo", a Padova via Roma era suddivisa nelle vie S. Apollonia, S. Giuliana, dei Servi, S. Egidio e così in tutte le nostre città): poi si dovette festeggiare l'anno decimo dell'Era Fascista...
Il culto di Roma era uno dei miti fondanti del fascismo, e da questo ne conseguiva l'imposizione di un'Italia con una sola storia (quella di Roma, appunto), con un solo popolo (quello italiano), una sola lingua eccetera, una visione che, negli ultimi tempi, viene portata avanti non solo dalla destra ma anche dalla sinistra, ed anzi il nazionalismo di sinistra è diventato molto più pericolo e subdolo per chi lotta a difesa della propria identità, della propria Terra, della propria storia.
E nonostante questo, ottantasei anni dopo la circolare del cav. Benito Mussolini, siamo ben lontani dalla "soluzione finale" e siamo ancora in molti a lottare convinti che in Italia ci siano più popoli, più lingue, più identità, più storie e che questo patrimonio vada difeso, tutelato, valorizzato.
Ettore Beggiato

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Commenti

Inviato Mercoledi 21 Marzo 2018 alle 18:58

Si propone anche di eliminare le vie con nomi del retaggio totalitario sovietico/comunista, ovvero le vie Marx, Engels, Lenin, Stalin, Gramsci ,Togliatti, Bordiga, G. Longo, e magari anche quelle dedicate a Berlinguer.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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