Le parole rendono vivo, attuale e fecondo il valore e il monumento alla Resistenza
Martedi 5 Maggio 2015 alle 14:51 | 0 commenti
Riceviamo da Irma Lovato Serena e pubblichiamo
La cerimonia che si è svolta ad Arsiero, nel ricordo del 25 aprile, è stata uno srotolarsi morbido ed intenso di azioni, emozioni, riti, canti, musiche e parole. I passi che abbiamo fatto per recarci verso quel monumento dimenticato, ed ora riscoperto e valorizzato, ricalcavano quelli fatti da Luigi Apolloni, Giovanni Ciscato, Pietro Saccardo, da Antonio, Germano e Lelio Toniolo.Ed era nel battito forte preciso e ritmato dei tamburi della Banda di Arsiero che mi pareva di avvertire e misurare l' umanità di quei giovani partigiani che, 70 anni fa, si recavano incontro alla propria morte; era in quei battiti di cuore che si spandevano dell' aria che cercavo la loro storia.
Storia passata, quasi imprendibile e facilmente perdibile.
Ogni momumento ha la sua ragione d' essere, ma egli da solo non parla, non racconta, non svela il perchè del suo esistere, non ci dispiega le pagine di vita chi intende ricordare.
L' orazione ufficiale è stata tenuta dal Prof. Liverio Carollo: parole pesate, misurate che, nel loro incedere e nel loro dispiegarsi davanti a noi, donavano vita a quella Croce e a quel luogo. E anche a noi presenti. “Commemorare è un fatto terapeutico: rinvigorisce il nostro andare. Allontaniamoci dalle ricorrenze sterili, dobbiamo ricordare per riconfermare quei valori. Quei giovani che qui sono stati uccisi dissero NO per pochi e significativi motivi: erano stanchi di guerre vissute e combattute contro chi non ci aveva fatto nulla. E dire NO non era facile, si metteva a rischio la propria vita e quella dei propri familiari. Non sempre la Resistenza ha ricevuto giudizi benevoli; ma non significa neanche il doverla santificare; le manchevolezze ci sono state ma noi dobbiamo guardare alla risultante storica, a cosa portò. La Resistenza ha dato dignità all' Italia; lo spirito della Resistenza ci ha portato la Costituzione Italiana e la democrazia: imperfetta e manchevole ma pur sempre democrazia. La Resistenza è stata un' affermazione di pace e la pace è un' ancora di solidarietà . La pace è preziosa, è come l' acqua: ne comprendiamo il valore quando viene a mancare. I giovani, le donne e gli uomini della Resistenza portavano in sé la speranza nel futuro. E non c'è cambiamento se non c'è speranza, essa è la benzina del nostro operare. Certo i disonesti esistono ed esistono anche gli onesti, solo che fanno meno clamore! Non lasciamoci cogliere dall' amarezza di chi afferma “ Cosa vuoi, questa è l' Italia!†Abbiamo intelligenza, cuore, umanità , cultura e valori per sperare e credere in un futuro: e la Resistenza è quì per ricordarci che è possibile.â€
L intervento della sindaca di Arsiero, Tiziana Occhino ha seminato in noi parole calde e forti, semplici e concrete: “La matrice della guerra è l' odio, e l' odio è figlio di qualcuno; è figlio dell' illegalità e della corruzione; è figlio del pregiudizio, della malalingua, della cattiveria che esce dalla nostra bocca e dal nostro pensiero. Non dobbiamo coltivare queste storture: dobbiamo essere promotori di pace a partire dalle piccole azioni e parole.â€
Mi pare difficile staccare questi due interventi dalla storia presente, sia nazionale che locale.
Chi era presente non potrà dimenticare le parole che ha sentito; non potrà sradicarle dal loro valore storico per dargli un valore solo nel presente: esse valgono proprio per il loro essere parole pregne di vita, oltre ogni misura di temporalità . E di spazio.
Ad Arsiero le parole hanno reso vivo, attuale e fecondo il valore ed il monumento alla Resistenza.
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