Le opere rubate dall'Oratorio delle Zitelle sono state ritrovate
Martedi 16 Maggio 2017 alle 17:12 | 0 commenti
Sono stati solo per qualche ora riposti nello stesso luogo da cui erano stati rubati i dipinti di Giulio Carpioni e Francesco Maffei, trafugati nella notte del 10 dicembre 1984 dall'Oratorio delle Zitelle, in contrà S. Caterina in Vicenza. A raccontare le vicissitudini di queste due preziose opere del ‘600, recuperate dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in Genova e riconsegnate nel dicembre scorso al legittimo proprietario, ovverosia l'Ipab di Vicenza, sono stati lo stesso presidente dell'Ipab, Lucio Turra, il comandante del Nucleo, maggiore Antonio Quarta e Chiara Rigoni, già Funzionario della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Vicenza.
Le opere
Le due tele rappresentano "Sant'Orsola che affronta il martirio", del vicentino Maffei, e il «Sant'Antonio in adorazione del Bambin Gesù» del veneziano Carpioni, ed erano poste proprio nelle cappelle dedicate (oltre che alla Vergine), a S. Cecilia e S. Antonio e a S. Orsola. L'Oratorio, attribuito ad Antonio Pizzocaro, è uno dei rari esempi cittadini ove si possano ammirare e confrontare le opere dei due maestri, che arricchiscono altre parti della chiesetta. È stato così possibile aggiornare anche l'archivio fotografico dell'ente, dato che fino ad oggi le due uniche riproduzioni in bianco e nero erano tratte da una monografia del 1970 del prof. Renato Cevese dedicata all'Oratorio delle Zitelle.
Il ritrovamento
Le opere sono state ritrovate dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in Genova nel 2013 in un castello di Alba, in provincia di Cuneo, ma è stato possibile riportarle a Vicenza solo dopo un delicato e formale iter per il riconoscimento giuridico della proprietà .
Il restauro
Sarà ora necessario un intervento di restauro su entrambe le tele che richiederà , come ha evidenziato il presidente dell'Ipab, Turra, un gesto di buona volontà da parte di chi, anche approfittando degli strumenti fiscali oggi a disposizione dei mecenati, vorrà dare il proprio contributo, seguendo quelle "Vie della Charitas", come le ha definite Turra che "oggi dobbiamo ripercorrere per non depauperare quel patrimonio di valori, immateriali e materiali, che costituisce la nostra eredità ".
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