Le mani del governo sulle pensioni
Martedi 9 Agosto 2011 alle 23:24 | 0 commenti
				
		Rassegna.it - I tecnici di Tremonti richiamati a Roma. Tra le misure al vaglio, il blocco delle pensioni di anzianità e l'innalzamento dell'età per le lavoratrici private. Sacconi: è il momento delle scelte. Altolà di opposizioni e sindacati
Il governo si prepara a svelare le carte anticrisi alle parti sociali (mercoledì) e in Parlamento (giovedì). Nel mirino, il blocco delle pensioni di anzianità per 12-18 mesi che potrebbe consentire entro 3-4 anni un congelamento fino ad arrivare ai 65 anni necessari per la vecchiaia.
Altra ipotesi, l'anticipo al 2012 dell'allungamento a 65 anni per le  lavoratrici private: l'inizio dell'adeguamento, a oggi, è previsto nel  2020 per arrivare a regime nel 2032. Ma avviare il tutto da gennaio  potrebbe garantire forti risparmi per lo Stato. Il requisito d'età a 65  anni per le dipendenti statali scatterà comunque dal gennaio prossimo.
  Nella riunione del 9 agosto i tecnici del Tesoro richiamati a Roma dal  ministro Giulio Tremonti metteranno a punto i dettagli dell'operazione  anticipo. 
Le altre due misure del nuovo pacchetto previdenza  potrebbero riguardare una stretta sugli assegni di reversibilità (oggi  in Italia sono 5 milioni) e l'anticipo dell'indicizzazione con  l'aspettativa di vita, che potrebbe essere anticipata ulteriormente.
  Ma la novità più rilevante, come accennato, riguarda gli assegni di  anzianità. Da questa misura potrebbero infatti arrivare 1,6-1,8 miliardi  di risparmi ogni anno, in pochissimo tempo, con il raggiungimento di  'quota 100', cioè 64 anni di età e 35 di versamenti più la finestra  mobile e i tre mesi di aspettativa di vita nel 2015 per i lavoratori  dipendenti.
 Una conferma che la stretta è alle porte arriva dal  ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che, in una lettera al Corriere  della Sera, ricorda come sia "l'ora delle grandi scelte" e dice "basta  con le resistenze caparbie". Anche Giuliano Cazzola (Pdl) è a favore di  nuove misure. Levata di scudi dalle opposizioni e dai sindacati. Dall'ex  ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) e da Maurizio Zipponi (Idv)  arriva il 'no' ai nuovi tagli. 
La Cgil, con la segreteria  confederale Vera Lamonica, parla di "misure da respingere perché  producono ingiustizie e approfondiscono le diseguaglianze". Il  segretario della Cisl Raffaele Bonanni condivide la stretta sugli  assegni d'invalidità ma si oppone a toccare l'anzianità senza che prima  che si intervenga sui costi della politica.
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