Acli: 4 Sì ai referendum per "abrogare" acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento
Martedi 7 Giugno 2011 alle 11:01 | 0 commenti

Acli Vicenza - Il Consiglio provinciale Acli di Vicenza, riunito nella seduta del 6 giugno 2011, in merito ai prossimi referendum del 12 e 13 giugno 2011, pur riconoscendo che lo strumento referendario abrogativo rimane incompleto ed insufficiente da solo a governare le grandi questioni sociali, civili, ambientali ed etiche, ritiene che esso rappresenti comunque un momento fondamentale di democrazia partecipativa. I referendum sono la voce diretta dei cittadini su temi che riguardano tutti, indipendentemente dalle collocazioni politiche e partitiche di ciascuno: partecipare al referendum non è un fatto di destra o di sinistra.
Esprimere il proprio voto significa esercitare un diritto-dovere faticosamente conquistato dalle generazioni precedenti a cui rendiamo grazie, ribadendone il grande significato democratico e preoccupandoci della società in cui vivranno le future generazioni. Per queste ragioni le Acli vicentine invitano i propri soci ed i cittadini a recarsi alle urne, per esprimere il proprio voto in libertà e coscienza, secondo le convinzioni che ciascuno ha maturato, per riconfermare la passione e maturità democratica che caratterizzano la gente di questo Paese. Entrando nel merito dei quesiti referendari, il Consiglio provinciale delle Acli vicentine auspica innanzitutto che, nonostante la scarsa attenzione che i media hanno finora dedicato ai temi referendari, ciascuno possa informarsi adeguatamente e farsi una propria idea in merito ai singoli quesiti. Ribadiamo il pieno rispetto per le convinzioni e decisioni che ogni cittadino assumerà al momento del voto, ma sentiamo anche il dovere di esprimere pubblicamente la nostra posizione come contributo ad un confronto serio e sereno a partire da quelli che sono i nostri riferimenti valoriali ed ideali nel valutare i quesiti proposti.
Primo quesito: abrogare l'affidamento e la gestione dell'acqua ai soggetti privati. Le Acli sono state tra le promotrici del referendum sull’acqua.
Propongono di abrogare questa norma, introdotta dal decreto Ronchi, per impedire la consegna del mercato dell'acqua ai privati e per riaffermare che l'acqua è e deve restare un bene comune.
Secondo quesito: abrogare la determinazione della tariffa dell'acqua sulla base dei costi di produzione. Le Acli propongono di abrogare questa norma, contenuta nel Codice dell'Ambiente, secondo la quale la tariffa è unicamente determinata da considerazioni economiche e finanziarie, perché considerano l’acqua un diritto per tutti, un bene popolare e non solo per chi ha possibilità economiche per permettersela.
Terzo quesito: abrogare la costruzione di nuove centrali nucleari. Le Acli propongono di votare sì alla abrogazione. La vicenda di Chernobyl e quella recente tragica del Giappone, dimostrano che non esiste un nucleare sicuro. Lo smaltimento delle scorie radioattive, inoltre, rappresenta un grosso rischio per il futuro del pianeta stesso. Il ritorno al nucleare è inaccettabile per un Paese soggetto a frequenti e gravi terremoti come l’Italia, perché i rischi del nucleare sono sicuramente maggiori rispetto ai benefici che se ne avrebbero dal punto di vista energetico. La scelta tra energia nucleare ed energie rinnovabili, pulite e sicure, ci porta a ragionare sulla ricchezza del patrimonio che ci è stato dato in eredità , la Terra, e che è nostro dovere lasciare intatto, se non migliorato, alle generazioni che ci seguiranno. Esistono altri modi di produrre energia, in modo più sicuro e pulito, come stanno dimostrando altri Paesi europei. Le Acli sono impegnate per incoraggiare la cultura di uno sviluppo sostenibile, un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico, ma anche stili di vita improntati alla sobrietà siano resi coerenti e compatibili con i bisogni futuri oltre che con gli attuali.
Quarto quesito: abrogare lo scudo penale per i politici. Le Acli propongono di abrogare questa norma, che ha modificato il Codice di procedura penale, secondo la quale chi è impegnato in attività di governo, indiziato per reati comuni, ha la possibilità di non comparire nelle aule di giustizia con una semplice dichiarazione di impossibilità . Le Acli ritengono che oggi più che mai vada riaffermato il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge e ciò deve valere ancor più per chi rappresenta le istituzioni ai più alti livelli e responsabilità .
Le Acli vicentine oltre a ribadire l’importanza della partecipazione ai referendum e la riconferma dei valori e principi sopra esposti, sottolineano la necessità di un forte impegno dei cittadini, affinché si attui una corretta ed efficiente gestione della cosa pubblica e del bene comune e perché si realizzino adeguate forme di equilibrio e di non prevaricazione tra i poteri istituzionali dello Stato.
Approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale Acli nella seduta del 6 giugno 2011
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