Lavoro, Usb: licenziamo per giusta causa Governo Monti-Napolitano
Mercoledi 6 Giugno 2012 alle 16:58 | 0 commenti
Usb Vicenza - 8 giugno manifestazione a Venezia per "accogliere" Napolitano ore 10.30 ponte di Calatrava. Noi che sospendiamo gli scioperi. Loro ad abolire l'art. 18 gli ammortizzatori sociali, loro che fanno le parate militari, che ci fanno pagare anche le disgrazie, lorofingono di piangere il morto per fregare il vivo. Da molti anni i vari governi succedutesi, insieme ai sindacati concertativi e complici cgil, cisl, uil, ugl, ci hanno prima convinto e poi fatto fare sacrifici in nome del bene comune, della salvezza dell'economia.
Ma questi sacrifici che risultati hanno portato? I risultati oggi sono questi: recessione economica sistemica, i nostri stipendi che valgono come quelli di 20 anni fa; con le leggi sul lavoro vogliono farci tornare a prima della legge 300 del 20 maggio ‘70, con le manovre sulle pensione ci hanno condannati all'ergastolo.. ancora e sempre sacrifici.. Sempre più poveri questa è la brutale ma reale situazione oggi. Basta parole. A fronte di questa drammatica situazione che vede anche il nostro paese spaccato sempre più tra i pochi ricchi, che stanno in Europa e noi che di fatto siamo in Grecia, in questo paese non si é prodotto uno straccio di conflitto generale. Si ci sono lotte diffuse in molti territori, in molti posti di lavoro, alle recenti elezioni amministrative si è mostrata una insofferenza verso i governanti che ci hanno portato allo sfacelo, ma manca una rivolta unitaria e generale. Il disorientamento sul futuro e la paura di restare disoccupati a vita attanaglia tutti. E la paura, invece di far reagire, ci blocca. La Cgil aveva promesso uno sciopero generale, la Fiom sfracelli, ora tutte e due si sono ripiegate    nella manifestazione nazionalista del 16 giugno che di fatto segna l'accettazione dei vincoli della BCE e del governo Monti. Purtroppo nulla di nuovo. "Cedere un po' è capitolare" era uno slogan del maggio francese. La storia dei nostri sacrifici ci dimostra quanto questo cedere alla fine ci ha fatto capitolare... Contro chi ci vuole far fare la fine dei lavoratori greci. Ora i fatti. Come USB, ORSA, insieme ai dissidenti CGIL e altri sindacati di base ci siamo assunti, sostenuti da una grossa assemblea nazionale unitaria, di proporre ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati un percorso di lotta generale. Coniugando le iniziative di questi mesi. Unificando le lotte sparse che già oggi ci sono. 22 giugno sciopero generale. Lo sciopero era stato indetto inizialmente per l'8 giugno. Lo sciopero è stato poi revocato a causa del gravissimo terremoto che si è replicato nella nostra vicina terra emiliana. Sospendere per ripartire. Mentre invitiamo tutti a devolvere quello che si può attraverso il conto che abbiamo aperto alle famiglie degli operai morti o feriti sul lavoro, la mobilitazione è l' unico modo per combattere le leggi spietate del processo di crisi economica in atto per non finire definitivamente in Grecia e riaffermare che prima di tutto, prima del profitto, prima del pareggio di bilancio, prima dello spread, viene la nostra dignità , il diritto ad una vita di benessere diffuso Non ci sono uomini della provvidenza c'è solo l'organizzazione e l'impegno di tutti. Non solo la difesa dell'articolo 18 e la sua estensione ai milioni di lavoratrici e di lavoratori che non ne sono tutelati (i precari e i dipendenti delle piccole aziende), ma anche una piattaforma complessiva, per invertire la tendenza a far pagare la crisi Blocco dei licenziamenti; Rinnovo di tutti i contratti attraverso piattaforme costruite con la partecipazione democratica dei lavoratori; Riduzione degli orari di lavoro a parità di salario; Un aumento dei salari e delle pensioni generalizzato e consistente; Ripristino della scala mobile dei salari e delle pensioni a tutela dall'inflazione; Riconquista del pensionamento di vecchiaia a 60 anni di importo adeguato; No ai fondi pensione privati; Definitiva abolizione di tutte le forme contrattuali precarie; Blocco delle privatizzazioni e ripubblicizzazione dei servizi già privatizzati; Una politica fiscale di forti sgravi sul lavoro dipendente e sulle pensioni compensati dall'aumento della progressività delle aliquote e da una patrimoniale sulle rendite e sulle ricchezze; Il diritto al reddito, alla casa e alla gratuità di tutti i servizi pubblici per precari e disoccupati; La elezione libera dei propri rappresentanti sindacali, senza alcuna limitazione da parte del padrone e senza riserva per nessuno; L'abolizione della Bossi-Fini e uguali diritti per i migranti.
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