Lavoro cercasi, cooperativa trovasi
Domenica 18 Marzo 2012 alle 19:13 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 230
Di questi tempi la ricerca di un impiego, anche nell'Alto Vicentino, assomiglia sempre più ad un percorso ad ostacoli che il più delle volte si conclude al traguardo intermedio, ovvero il colloquio presso un'agenzia di selezione. Per capire cosa deve affrontare un candidato, ho risposto ad un offerta di lavoro nella zona e vi racconto come si svolge l'iter. La ricerca dell'inserzione che fa al mio caso avviene consultando uno dei tanti siti web che riportano offerte di lavoro.
Scorrendo le varie proposte nell'area dell'alto vicentino, mi imbatto in una che sembra proprio tagliata su misura, recita più o meno così: "Agenzia per il Lavoro ricerca, per azienda nell'alto vicentino, un magazziniere. Si richiedono: età massima 30 anni, precedente esperienza in ambito di magazzino, buon uso del muletto, disponibilità agli straordinari e agli spostamenti nelle altre sedi dell' azienda". Ricercando nella cronologia del medesimo sito posso appurare che la stessa selezione è stata operata anche da altre agenzie nei mesi scorsi, il fatto mi incuriosisce e mi turba un po' (chissà come con tutta ‘sta fame di lavoro dopo mesi sono ancora alla ricerca), ma tentare non nuoce ed invio il mio bel curriculum all'indirizzo di posta a corredo dell'annuncio. Il primo contatto con l'agenzia avviene telefonicamente, in giornata, la signorina all'altro capo del telefono, dicendosi interessata al mio profilo, mi fissa un appuntamento presso la sede patavina dell'agenzia; io sono ben disponibile, a patto che si tratti di una proposta seria, ed accetto.
Il giorno fissato per l'appuntamento non tarda ad arrivare, ed io mi presento in puntuale anticipo alla selezione. Dopo un accurato screening dei miei trascorsi in ambito professionale e un imbarazzante terzo grado sul motivo per cui nel mio c.v. figurano più di una decina di impieghi ed una manciata di corsi professionali (ma il lavoro fisso non era monotono o si sono semplicemente dimenticati dell'esistenza del precariato), l'impiegata al bancone mi illustra le caratteristiche dell'azienda: gestisce 3 magazzini sparsi nell'Alto Vicentino, si occupa di gestire materie prime nell'ambito dell'abbigliamento, lavora con marchi importanti e come ultima cosa mi informa che uno dei soci, per "gestire al meglio" il personale di uno dei magazzini ha dato vita ad una cooperativa di lavoro. Velocemente la mia interlocutrice passa alle richieste: massima serietà , ampissima disponibilità agli straordinari, patentino del muletto, buon uso del pc, esperienza nell'ambito specifico, disponibilità agli spostamenti nei magazzini fuori sede di assegnazione con mezzo proprio. A questo punto concordiamo che ho tutte le carte in regola per esaudire le richieste dell'azienda, anche se esprimo, in confidenza, la mie perplessità riguardo al fatto che la cooperativa istituita dal mio potenziale datore di lavoro, sia utile solo al fine di alleggerire il carico fiscale (le cooperative godono di un regime fiscale agevolato ndr.) e possa essere utilizzata per parcheggiare i propri soci operai senza salario durante i periodi di cambio stagione, peculiari nell'industria dell'abbigliamento.
Nonostante ciò, parliamo comunque del trattamento economico previsto, che, mi lascia intendere, è difficilmente trattabile e si traduce in: nessun rimborso spese e pasti durante le trasferte fuori dalla sede di assegnazione (specifica che al massimo, se proprio vado a genio al "padrone" ci potrebbe essere una mancia fuori busta ndr.), un emolumento intorno ai 1000 euro, dipendente dalla quantità di lavoro straordinario prestato, e, alla fine di un periodo di prova tramite agenzia di somministrazione, la prospettiva di poter diventare con molta probabilità socio operaio di una cooperativa di lavoro snaturata dei propri principi che, lo ricordo, sono mutualità , solidarietà , democrazia. A voi le conclusioni, per me la ricerca termina al traguardo intermedio, tramite sms: il tuo cv non è idoneo, l'azienda lo ha scartato.
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