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L'associazione degli ucraini di Vicenza commemora l'Holodomor

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 8 Dicembre 2013 alle 14:22 | 0 commenti

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Di Giulia Turra da VicenzaPiù n. 261 nelle edicole e sfogliabile comodamente dagli abbonati online - Un genocidio vero e proprio, che ha causato, in un solo anno, la morte di un numero di persone stimato tra i cinque e gli otto milioni; di questi, il 40% erano bambini. Questo è stato l’Holodomor*, l’olocausto ucraino del 1932-33, del quale questo novembre ricorre l’ottantesimo anniversario.

Holodomor in lingua ucraina significa “infliggere la morte attraverso la fame”, e tale traduzione esprime bene la portata tragica di questo evento. Eppure, di questa strage, della quale nella memoria degli ucraini sono rimasti segni indelebili, non si parla. È semplicemente sconosciuta ai più. L’Associazione Est Ovest Identità e Integrazione, composta da russi e ucraini di Vicenza e provincia, in collaborazione con l'associazione culturale e umanitaria “Il ponte-Mict” e l'Istituto per le ricerche di storia di Vicenza, ha proposto una serata dedicata alla storia e alla musica dell’Ucraina proprio per ricordare la carestia che ha colpito questo Paese nel 1932-33. L’evento si è tenuto sabato 9 novembre presso in Centro Civico di Via Vaccari, sede della Circoscrizione 7, ed ha visto l’alternarsi di musiche e canti tradizionali ucraini con i cenni storici proposti da Francesca Lomastro. È stato inoltre presentato un significativo estratto del videodocumentario elaborato da Fabio Ferrando e Manuel Baldini, che ha saputo cogliere e descrivere in modo toccante la tragedia dell’holodomor attraverso immagini e testimonianze dei protagonisti di questi momenti terribili della storia di quella regione dell’Europa dell’Est della quale ben poco si sa.

Le distanze che ci separano dall’Ucraina, spiega Francesca Lomastro, sono soprattutto mentali: andare da Venezia a Kiev è infatti come andare da Venezia a Palermo. Poche ore di aereo ci separano. Eppure, l’Ucraina è e resta una zona sconosciuta. Grande due volte l’Italia, quasi totalmente pianeggiante, è una terra fertile che prima della collettivizzazione forzata voluta da Stalin rappresentava “il granaio d’Europa”: era infatti la principale nazione esportatrice di grano. Viene spesso confusa con la Russia: la sua specificità culturale, della quale gli ucraini sono ben consapevoli, non è ancora pienamente riconosciuta.

L’Ucraina è stata la nazione che più delle altre ha resistito alla collettivizzazione forzata avviata da Stalin nel 1929: il primo passo fu il divieto alla proprietà privata delle terre, che passarono allo Stato. Gli agricoltori dovevano lavorare le terre nelle fattorie collettive (Kolchoz) istituite dal partito. I “possidenti”, detti kulaki,  –che spesso non erano che contadini i quali, magari, possedevano una mucca- vennero eliminati, o deportati in Siberia. Negli anni 1932-1933 le misure governative attuate per imporre la collettivizzazione delle terre e l’obbligo di cedere allo Stato quantità di grano elevatissime finirono per aggravare la carestia che, proprio quell’anno, si abbatté sul territorio ucraino. I contadini, ridotti alla fame, si opposero strenuamente alla collettivizzazione, imboscando le derrate alimentari, macellando il bestiame ed anche utilizzando le armi. Il regime ordinò allora eliminazioni fisiche e deportazioni di massa nei campi di lavoro, provvedimenti che colpirono milioni di contadini.

Le conseguenze di questa tragedia sono catastrofiche: una generazione spazzata via, fatti di cronaca inenarrabili, atti di aberrazione e di disumanità da non descrivere. E, nella memoria degli ucraini, ancora oggi vi è traccia dell’holomodor, nonostante siano passate due generazioni: la prima domanda che i genitori ucraini fanno ai bambini, quando tornano da scuola, non è per informarsi di come sia andata, o di che voti abbiano preso, ma è “Hai mangiato?”. In un momento storico in cui –per fortuna- viviamo nell’eccesso alimentare e appena abbiamo fame possiamo aprire il frigo pieno, è difficile pensare a cosa significhi morire di fame.

Il Parlamento Europeo con la risoluzione del 23 ottobre 2008 ha riconosciuto l’olocausto ucraino come un crimine contro l’umanità; lo ha definito “Uno spaventoso crimine contro il popolo ucraino e contro l’umanità”. E se è vero che non dimenticare i crimini contro l’umanità è la strada migliore per evitare che si ripetano, c’è proprio da ringraziare le Associazioni che hanno organizzato questa serata, mettendo i vicentini al corrente di questo tragico e sconosciuto evento storico, come l’Associazione Mict, in ucraino Il ponte, che da anni organizza soggiorni climatici di risanamento per bambini provenienti dalle zone contaminate dall’esplosione di Chernobyl.

A Vicenza la rappresentanza russa e ucraina è numerosa: nel 2011 è nata l’associazione Est Ovest Identità e Integrazione. Abbiamo avuto il piacere di parlare con la vicepresidente, Inna Tarasova, che, con la presidente, Natalia Kukleva, diplomata presso il Conservatorio in Ucraina e pianista, ed altri artisti, ha proposto durante la serata canti e danze tradizionali ucraine. “La nostra associazione, composta da russi ed ucraini, ha uno scopo sociale e culturale: nostro desiderio è infatti dare la possibilità di conservare la propria lingua e cultura di origine ai bambini provenienti dalle famiglie degli emigrati dalla Federazione Russa e dalle altre repubbliche ex-sovietiche, attraverso l’organizzazione di un centro didattico che sostenga i bambini di origine russa e ucraina nell’acquisizione del bilinguismo, senza perdere la propria lingua di origine. Abbiamo infatti osservato che, spesso, nei bambini di origine russa o ucraina, manca un’adeguata conoscenza della lingua, che la nostra associazione intende promuovere. Ci occupiamo anche di sostenere le famiglie che hanno adottato bambini dell’ex unione sovietica e che desiderano che i propri figli non dimentichino la loro lingua di origine. Portiamo avanti il nostro progetto attraverso corsi di teatro, la proposta di feste tradizionali delle nostre terre d’origine e anche attraverso la musica: organizziamo, infatti, la rassegna di musica russa e ucraina dal titolo “Ad Est della musica”, a Vicenza dal 17 novembre al 14 dicembre”.

Prossimo appuntamento il 30 novembre alle ore 17, nella sala Concerti del Conservatorio A.Pedrollo di Vicenza, con una rassegna di canti tradizionali ucraini e la presentazione integrale del video di Fabio Ferrando e Manuel Baldini a ricordo dell’Holomodor.

 

* Da Nanopress Cultura

Holodomor, noto anche come Genocidio ucraino o Olocausto ucraino, è il nome che viene attribuito alla carestia che si abbatté sul territorio dell’Ucraina negli anni dal 1929 al 1933 e che provocò milioni di morti. Di fatto, non si tratta solo di una carestia su basi naturali, bensì di un genocidio messo in atto dall’Unione Sovietica. In pratica Stalin decise di convogliare tutte le ricchezze dell’agricoltura nell’industria e per far questo trasformò tutte le piccole proprietà agricole dell’Ucraina o in cooperative agricole (Kolchoz) o in aziende di stato (Sovchoz). Peccato che in Ucraina ci fosse un’antica tradizione di appezzamenti agricoli individuali: gli agricoltori, espropriati delle proprie terre, dovettero per forza andare a lavorare in queste cooperative. Chi non accettava o era in esubero, veniva deportato. Tanto per rincarare la dose, vennero sequestrati alla popolazione tutti i beni alimentari e il popolo venne obbligato a consegnare quasi tutto allo stato, tanto che non restò letteralmente più nulla da mangiare. Il risultato fu una carestia epica: Stalin mise consapevolmente a morte la popolazione ucraina.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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