L'assessore Tosetto a Marcella Zen: tuoni contro tuoni sul verde
Venerdi 23 Settembre 2011 alle 18:22 | 4 commenti
Riceviamo da Ennio Tosetto, Assessore ai LLPP e alle Infrastrutture viarie, e volentieri pubblichiamo.
Egregio Direttore, ho letto nel quotidiano web VicenzaPiu.com da Lei diretto la lettera della Sig.ra Marcella Zen che mi accusa di stare zitto quando si decide di tagliare alberi o peggio che sarei uno dei promotori della cementificazione della Città . Il contenuto del testo si commenta da sé.
Mescola fatti successi decenni fa - come la sostituzione del Viale in Campo Marzo quando non avevo nessuna carica politica o l’abbattimento e la costruzione di edifici imprecisati - con scelte più recenti che riguardano Borgo Scroffa, Parco Querini o Santa Libera, dimenticando di dire che da oltre un anno non ho più la delega al verde urbano né alla mobilità .
Ma si sa di questi tempi basta sparare sul politico per sentirsi protagonisti.
Se invece interessa davvero l’argomento, credo sia opportuno procedere con un po’ di ordine per riportare a verità i fatti succedutisi.
L’abbattimento del Pioppo Nero di Borgo Scroffa è stata una scelta condivisa, come accade nel governo della Città sotto la guida del sindaco Variati, e non mia, che tra l’altro non avevo più la delega al verde pubblico. Le ricordo, inoltre, che il pioppo era malato e a fine vita e per questo potenzialmente pericoloso in quanto localizzato in una zona ad alta densità di traffico.
Sui platani della pontara Santa Libera e Parco Querini il tema è stato seguito dall’attuale Assessore al Verde Urbano Dott. Marco Antonio Dalla Pozza, che ha rappresentato questa necessità dettagliando lo stato di salute e la pericolosità dei platani da abbattere con relazioni ed analisi prodotte da esperti, autorizzati dalla Soprintendenza e poi confermati dal Corpo Forestale dello Stato.
Sono stato e rimango un difensore del verde, tema su cui questa Giunta e maggioranza di governo non è certo insensibile, pur nella difficoltà sempre più drammatica di reperire risorse.
Viste le accuse e ritornando al mio operato, vorrei ricordare con alcuni numeri cosa è stato realizzato durante il mio incarico, durato circa due anni:
-         piantato 9200 alberi ed essenze arbustive all’interno del bacino di laminazione di Carpaneda in zona Ponte Alto;
-         piantato 670 alberi in Via Bellini in un’area che risultava abbandonata e in degrado;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â piantato 40 alberi lungo la pista ciclabile Casarotto in Riviera Berica;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â piantato 20 alberi lungo Via Albinoni;
-         piantato più di 100 alberi all’anno per reimpianti stradali per un totale di 280;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â piantato 40 alberi lungo viale Ferrarin;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â sistemato le aree verdi di Monte Berico;
-         seguito le opere di manutenzione su 14.500 alberi nell’area del Ponte del Quarelo a S. Agostino;
-         realizzata l’area verde a Parco Città ;
-         progettato e realizzato interventi di riqualificazione all’Oasi di Casale;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â eseguito potature per circa 1600 alberi nel 2009-2010;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â realizzato il primo stralcio del Parco Astichello.
Come vede prima di “tuonare†magari sarebbe più corretto prendere informazioni sull’operato delle persone in particolare quando le si attacca con nome e cognome, evitando lo squallore dei riferimenti ai politici di professione dei quali non faccio parte.
Cordiali saluti
Ennio Tosetto, Assessore ai LLPP e alle Infrastrutture viarie
UN TAGLIO SCONSIDERATO
Lunedì 25 Luglio 2005 CRONACA, pagina 38
Vorrei intervenire tramite il Giornale da lei diretto in merito al taglio sconsiderato dei tigli attuato il 12 luglio nella piazza Marconi a Vicenza. Come correttamente riportato nel Giornale, solo alcuni dei 6 tigli presenti nella piazza risultavano malati; se non erro e come ho potuto constatare de visu, spiando tra le alte transenne ovattate da una rete fitta di plastica di colore verde, solo due tigli erano ammalati in modo irreparabile.
Si è ritenuto invece opportuno, non so per quale strano ed ingiusto ragionamento, radere al suolo tutto e rendere tabula rasa la Piazza creando una spettrale immagine di vuoto, che snatura un impianto urbanistico voluto dai nostri nonni agli inizi del '900.
Era possibile procedere per fasi tenendo gli alberi sani e realizzando un progetto integrato al quartiere e non solo alla scuola e soprattutto rispettoso del concetto di sostenibilità di cui tanto si parla.
Progresso! Macchina inesorabile della modernità o totale insipienza? È questo che ci siamo chiesti alcuni cittadini ed io mentre guardavamo dal basso questi orgogliosi demolitori del verde che, con determinazione simile a tagliatori amazzonici, nel volgere di qualche ora hanno distrutto ciò che madre natura ha creato in decenni, alterando in modo inesorabile il microclima di questo luogo urbano.
Mi domando perché uccidere la natura, perché distruggere tutto, in base a quale ragionamento anche di convenienza economica si attuano progetti così distruttivi?
Si racconta che anche i bambini abbiano partecipato alla stesura del progetto, ma non ho visto bambini accompagnati dalle loro mamme, padri o nonni ed insegnanti assistere al brutale taglio degli alberi; forse anche questo farebbe parte di un completo processo educativo.
C?eravamo solo noi cittadini inermi, fuori dalle transenne, forse perché pericolosi! Non c?erano i vetri trasparenti presenti nelle transenne che cingevano il Parking Verdi o il Nuovo Teatro con tanto di cartello inneggiante la novità; recinzione rossa all?esterno e rete fitta verde all?interno, il taglio degli alberi è una cosa loro, non deve riguardare i cittadini ma soltanto chi progetta per un nostro migliore futuro nel quale la natura rappresenta un contorno; un elemento decorativo.
Lasciamo stare i bambini e lasciamoli fare i bambini; forse sarebbe più opportuno che gli adulti garantissero ai bambini di andare a scuola a piedi o in bicicletta per tragitti sicuri senza essere arrotati in qualche novella rotatoria. A proposito, caro direttore, ha visto come sono aumentate le biciclette dopo l?utilizzo indiscriminato in ogni dove di rotatorie nella città?
Tutto mi sembra così assurdo ed inutile; brutale e progressivo è l?impoverimento dei valori urbani della nostra città, della città civile nata dalla necessità e volontà dello scambio tra cittadini. Ora si sta realizzando la città del consumo; dell?approccio aggressivo in onore di un modernismo che non c?è, di un?idea di nuova città vuota e non condivisa dai cittadini.
Il progettato e speriamo mai realizzato tunnel sotterraneo, previsto per l?attraversamento della città, sarebbe una vera ferita non rimarginabile, un negare l?esistenza stessa della nostra città che molti di noi amano.
Ritornando alla piazza Marconi molti pensieri mi sono venuti incontro, un senso di impotenza, di smarrimento, e in questi giorni ogni volta che esco dall?ufficio ed entro in questo spazio che mi dava allegria, provo un senso di malessere e sbigottimento, di rabbia e di nausea. Per consolarmi ho guardato con attenzione il progetto, anche questo un elogio smisurato e inopportuno al re cemento: pavimentazione in betonelle di cemento a due colori; panchine in cemento bianco; 5 nuovi alberi che speriamo si mantengano sani dopo il laborioso impianto autunnale, di altezza ridicola rispetto a quelli tolti.
Mi chiedo: almeno il legno degli alberi tagliati potevano utilizzarlo per realizzare le panchine, per creare delle pedane, i bordi delle aiuole; almeno avrebbero continuato a rimanere in sito, magari con funzioni diverse, pezzi di albero che quel luogo li aveva visti nascere.
Mi domando: i progettisti così accorti ai desiderata dei bambini, si sono studiati gli effetti del microclima di questa parte di città, del soleggiamento e ombreggiamento sulle pareti ad ovest della scuola, della riduzione della superficie permeabile e del comfort visivo dato dall?area verde, si sono fatti dei raffronti tra costi e benefici valutando anche le tasche dei cittadini? Perché tagliare una pianta sana per sostituirla con una sana? Con quali costi e a carico di chi? Si è interpellata adeguatamente la popolazione per informarla di ciò che si intendeva realizzare? Di urbanistica partecipata se ne parla in ogni dove, ma dove serve non viene utilizzata.
Si è proceduto in onore a verità assolute possedute da pochi esperti. È rispetto a tutto ciò che il mio essere si ribella, ancora una volta a Vicenza si è proceduto senza analizzare fino in fondo azioni che mi paiono sconsiderate e sbagliate in un quartiere operaio e popolare nato tra il 1910 e il 1920 e definito dal Coppa ?uno dei migliori esempi italiani di città giardino innestato sull?idea della città giardino?.
La piazza è il fulcro generativo tra la parte antica e moderna della città, in un processo analogico con quanto era avvenuto nel 1400, cinquecento anni prima con la creazione, sotto la dominazione scaligera , del quartiere di Porta Nova. Ora piazza Marconi è vuota, monca del volume verde che la connotava e che reggeva gli assi delle strade e l?assetto morfologico del quartiere.
Io non avrò il tempo necessario per rivedere com?era Piazza Marconi, spero la potranno vedere i nostri nipoti e spero anche di non dovere assistere mai più in questa città a simili eventi distruttivi: in questo il Giornale da lei diretto si potrebbe fare promotore di iniziative di tutela del verde pubblico cittadino, anche procedendo ad un censimento realizzato dai lettori.
L?articolo relativo al cantiere di viale Giuriolo lungo il Bacchiglione è valida testimonianza di un modo distruttivo di procedere alla tutela del nostro patrimonio arbustivo e verde.
Allego documentazione fotografica che restituisce l?immagine della Piazza prima, durante e dopo l?intervento, a testimonianza di ciò che spero non dovrà più succedere nella nostra città di Vicenza.
Ennio tosetto
Architetto Delegato ANAB, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica
piazza MARCONI UN TAGLIO SCONSIDERATO
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Capisco quanto sia anacronistico questo mio intervento ma non lo sarà più quando ansimeremo a causa della carenza d'ossigeno. L'esponenzialità della richiesta di pompe di calore per condizionare i picchi di calore estivo è indice di un processo che solo come ho descritto può essere quantomeno interrotto.