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L'appello per il processo Marlane-Marzotto dimenticato da media e politici

Di Citizen Writers Giovedi 31 Ottobre 2013 alle 18:41 | 0 commenti

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Riceviamo da Luc Thibault e pubblichiamo - Continua il silenzio mediatico sul processo Marlane-Marzotto di Praia a Mare. Un processo che vede imputati proprietari e dirigenti della Marlane, della Lanerossi e della Marzotto difesi da avvocati molto conosciuti. Gli imputati eccellenti sono accusati di reati quali omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime, disastro ambientale.

Sono più di quindici anni che si chiede il diritto costituzionale ad ottenere giustizia per quanto accaduto nello stabilimento calabrese di proprietà prima della Lanerossi e, infine, della Marzotto. Sono più di quindici anni che si tenta di rompere la coltre di omertà e indifferenza che ha coperto la vicenda e che ha permesso di trascinare il processo per tutti questi lunghissimi anni.

I fatti ci raccontano che tra i circa mille operai che hanno lavorato nello stabilimento Marlane di Praia a Mare, moltissimi si sono ammalati di tumore e decine sono morti (alcune stime riferiscono di oltre cento vittime). Una percentuale altissima. I fatti ci raccontano di un grave inquinamento riscontrato nei pressi dello stabilimento calabrese. Un inquinamento tale da iscrivere il sito tra quelli da bonificare quanto prima. I fatti di raccontano di innumerevoli tentativi, da parte degli avvocati che difendono gli imputati eccellenti,  di rinviare il processo, di sospenderlo, di non farlo svolgere, di arrivare alla prescrizione. I fatti, oggi, ci raccontano di proposte di patteggiamento rivolte ai parenti delle vittime che si sono costituiti parte civile ai quali viene richiesto di accettare qualche migliaio di euro in cambio del loro ritiro dal processo. Una pressante richiesta di accordo che evidenzia la volontà di sfruttare la rassegnazione e le necessità materiali delle vittime per ottenere in cambio una sorta di “perdono”, i vantaggi processuali che ne deriverebbero e, soprattutto, quelle attenuanti che porterebbero ad una diminuzione dei tempi per la prescrizione.

Questi sono i fatti. Fatti spesso sconosciuti perché volutamente ignorati dai più diffusi mezzi di informazione nazionali che si sono limitati a qualche sporadica notizia spesso di difficile comprensione.

Così, grazie alla mancanza di informazione (rotta solo dalla caparbietà e dal coraggio di qualche operaio sopravvissuto, di qualche sindacato considerato “minore”, di qualche associazione ambientalista, di qualche piccolo partito, di qualche giornale a diffusione locale), di quello che è successo nella Marlane-Marzotto e del processo che si sta svolgendo al tribunale di Paola si conosce poco o nulla.

Noi riteniamo che oggi sia compito soprattutto di chi non è direttamente e personalmente coinvolto nel processo (e che deve decidere se accettare o meno il patteggiamento proposto) esigere che si sappia la verità di cosa è successo nello stabilimento di Praia a Mare e che venga fatta giustizia per quella che è, nei fatti, una delle più grandi e dimenticate tragedie del lavoro avvenuta nel nostro paese.

Chiediamo alle quelle forze politiche che sono state fino ad oggi silenziose ed assenti, alle associazioni democratiche, alle maggiori organizzazioni sindacali troppo spesso indifferenti, ai cittadini tutti di uscire dal torpore e far sentire la propria indignazione per quanto successo alla Marlane.

Chiediamo a tutti di firmare il presente appello per conoscere la verità e ottenere finalmente quella giustizia finora negata alle vittime della Marlane-Marzotto di Praia a Mare.

Leggi tutti gli articoli su: Marzotto, Luc Thibault, processo marzotto

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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