L'anonimo griffato, la vecchia Vicenza e gli Zombyes
Venerdi 2 Marzo 2012 alle 20:47 | 0 commenti
Pensate sia possibile un futuro, qualunque esso sia, di Vicenza e dei vicentini, nativi o residenti che siano? Noi sì e perciò denunciamo la vecchia Vicenza fatta di Zombyes della politica della prima repubblica che vogliono sopravvivere anche alla fine della seconda, tramando e pontificando, protetti da amicizie facoltose tanto quanto quelle che condannano quando sono altrui. E magari, perchè no?, tranquilli di ricevere mensilmente un deca di migliaia di euro sfilato dalle nostre tasche perchè, rappresentandoci in una delle Camere, facessero bisboccia nelle segrete stanze del potere e del malaffare, ora più di allora sinonimi. Proprio perchè dobbiamo pagare potenti e portaborse, anche i vecchi, in aggiunta ai nuovi.
Anche a cento anni una testa rimane testa, però, con tutti i suoi diritti, per carità . Lungi da noi censurare la libera espressione del pensiero.
Ma, in un'altra Italia, sarebbe per lui umiliante che, per esercitarla, l'uomo in perenne crisi di astinenza da potere debba aggirare la redazione di un quotidiano, togliendo lavoro ai suoi opinionisti, pur di firmare periodiche lettere, ricche di poveri consigli e lugubri minacce per conto terzi, nella rubrica dell'epistolArio, bramata per la sua contiguità fisica a quella della più nota del mortuArio.
Umiliante per lui, avvilente per i colleghi opinionisti, sostituiti non una volta ma defraudati periodicamente del loro diritto di esprimere la linea editoriale del giornale confindustriale.
A meno che, ne saremmo felici per loro, all'epistolArio non fosse riservato, strategicamente, il "lavoro sporco" ...
A proposito, il nostro consigliori è l'ex senatore Giuliano Zoso, che ha navigato in mari perigliosi e tra tanti media, tra cui il nostro, per poi approdare alle lettere con spedizione a carico (dell'editore) del destinatArio e vicine ai necrologi. L'ultimo dispaccio, per capire, è di ieri, contro uno dei suoi bersagli preferiti, il nostro coraggiosissimo sindaco.
Ma, come sapete, certe malattie, il "cattivismo" per vendetta e non pro giustizia reietta, si diffondono come un virus. Ed ecco che, altrettanto periodicamente, su un nostro adamitico frutto da un po' di tempo appare un clone che si pubblicizza con una sigla a mo' di griffe: u.a.
Oggi u.a. randellava, sempre per capire, il precedente direttore del suddetto quotidiano e qualche suo amico o presunto tale. Inizialmente - anche il clone sa scrivere in maniera accattivante come l'epistolo - ho letto con curiosità i suoi fendenti contro chi, di certo, col sottoscritto non si è comportato cristianamente. A dire il vero anche il giorno prima avevo sorriso dell'ironico plauso ad un improbabile Variati anti chierici da parte del "satiro" Zoso.Â
Ma poi mi sono chiesto: «cui prodest?». Chi fanno felice i siamesi Zoso e u.a.?Â
Di sicuro no i lettori del Gdv che saltano le epistole per leggere i morti. Gli utenti del web che non sanno chi sia u.a. pensate, poi, che rimangano presi dalle sue considerazioni a cui, leggiamo, anche l''ecumenico Franzina ha fatto fatica  a essere autorizzato a replicare?Â
Un po' i direttori, forse, visto che ospitano le due griffe (una DOC, l'altra cinese?).
Allora fanno felici, ci viene da chiedere, gli editori che finanziano i due media?
Due randellatori dei fantasmi del passato  e, purtroppo, anche del presente che ripaghino, con elucubrazioni (simili a quelle che ... sto facendo io), addirittura due editori contemporaneamente mi sembra, però statisticamente, improbabile.
Ve lo dice un vecchio ingegnere che per fare il direttore deve farsi anche da editore.
E se gli editori, e i loro must, fossero anche loro uno clone dell'altro, come gli stili, e gli obiettivi, dei due possessori dell'ectoplasma della verità ?
Può essere, ma quel che è più credibile (non certo, cari e simpaticissimi g.z. e u.a.), oltre che triste, è che se Vicenza pensa di scrivere una parte della storia del duemila, così parte dal buio dei maghi, DOC, e degli stregoni.
Posticci.Â
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