Langella, considerazioni sull'intervento di Zuccato
Martedi 15 Giugno 2010 alle 11:18 | 0 commenti
Giorgio Langella; Federazione della Sinistra, PdCI  - Mi riservo di leggere meglio e con più attenzione l'intervento di Zuccato. Ma qualche considerazione, penso, debba essere fatta:
1.- dice Zuccato: "abbiamo bisogno di riforme che ci aiutino a stare sui mercati, a investire sui nostri prodotti e sui nostri processi, quindi sulla ricerca; ad avere prezzi più competitivi; un costo del lavoro meno assurdo; un carico fiscale meno opprimente; un mercato del lavoro più flessibile anche se tutelato; abbiamo bisogno di figure professionali formate".
Può anche essere condivisibile, dipende però dai punti di vista. Il carico fiscale meno opprimente per esempio cosa significa? Significa meno tasse per chi lavora (e per operai e impiegati in primo luogo) o significa meno tasse principalmente per le imprese?
E Confindustria come si muove per combattere l'evasione fiscale? Zuccato è d'accordo nell'aumento delle tasse per gli investimenti finanziari? Se poi i punti detti da Zuccato si riferiscono anche all'accordo FIAT di Pomigliano la cosa può preoccupare. A Pomigliano, con la benedizione di tanti (governo, Confindustria, CISL, UIL, autorevoli esponenti del PD ...),
si vogliono modificare le regole a scapito dei diritti riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi nazionali. Dal diritto INDIVIDUALE di sciopero che viene limitato (chi sciopera potrebbe anche essere licenziato), allostraordinario obbligatorio (fino a 200 ore annuali ... e perché chiamarlo ancora "straordinario" se si sa già che sarà fatto ... aumentando, di fatto, i mesi di lavoro pro capite? ... ma già lo straordinario è detassato e, quindi, costa meno del lavoro normale), alla diminuzione delle pause in catena di montaggio, ai corsi di formazione obbligatori senza alcun costo per l'azienda (visto che i lavoratori, obbligati a fare la formazione, saranno messi in cassa integrazione e, quindi, pagati dai contribuenti)... Sono queste le "riforme" che aiuteranno Zuccato a restare sul mercato? Mi sembra che siano norme che ci fanno tornare indietro a rapporti tra datore di lavoro e lavoratore che sfiorano la servitù e il ricatto. Se passa l'accordo siamo di fronte a vecchie forme di sudditanza tra lavoratore e padrone che nulla hanno a che fare né con lo sviluppo né con la modernità .
2.- si ricordi Zuccato quando afferma che "senza di noi imprenditori il Paese non ce la può fare" che lo sviluppo di un paese non può basarsi sulla ricchezza di pochi e sullo sfruttamento di tanti. Senza lavoro sicuro, senza diritti e garanzie per i lavoratori, senza regole esiste solo arretratezza.
Giorgio Langella
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