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L'analisi della tragedia dei lavoratori cinesi

Di Citizen Writers Martedi 3 Dicembre 2013 alle 20:45 | 0 commenti

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Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - Penso che si debba ritornare sulla tragedia del lavoro accaduta a Prato per rimarcare un paio di cose. La prima è che tutti sapevano ma nessuno (o pochi) si è mosso in maniera efficace. I discorsi che si sentono sul fatto che “prima o poi doveva accadere” o che “è un miracolo se non è successo prima” evidenziano il pericolo dell'indifferenza.

Perché se, prima della strage, nessuno ha agito in maniera decisa è perché quando si vedono certe cose, ci si gira dall'altra parte. Per convenienza o per “timidezza” non importa, si è comunque responsabili.

La seconda è che di questa fabbrica (e, presumo, di tante altre) non si conosce nulla (o poco). È difficile persino sapere il nome. E sembra impossibile conoscere per chi lavorava. A chi venivano forniti i capi prodotti? A quali aziende? È difficile pensare che quella ditta lavorasse in proprio e non su commessa. E, allora, si faccia chiarezza su chi le commissionava lavoro. Vengano alla luce del sole quelli che comperavano le merci lì prodotte. Ci dicano a quale prezzo. E, soprattutto, si verifichi come hanno pagato e se erano a conoscenza delle condizioni di lavoro alle quali erano costretti gli operai.

È impossibile credere che i committenti dell'azienda pratese non sapessero nulla. Del resto, come evidenziato sopra, la situazione del tessile di Prato è conosciuta da tempo. Più facile è credere che, di fronte a prezzi bassi, tutte le aziende (anche quelle importanti) chiudano gli occhi. Fanno i loro “affari” e, di fronte al profitto, non danno importanza né alla sicurezza né alle vite di chi lavora.

Sono innocenti?

Leggi tutti gli articoli su: Giorgio Langella, Cinesi, Prato

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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