Lago di Fimon e Giornata Mondiale dell'Ambiente
Domenica 6 Giugno 2010 alle 02:01 | 0 commenti
Roberto Ciambetti - Riflettere il 5 giugno del Lago di Fimon è un modo tutt'altro che banale per celebrare la Giornata Mondiale dell'Ambiente. Non dimentichiamo, che questo specchio d'acqua e l'area di sua pertinenza costituiscono una sorta di straordinario "archivio lungo 150 mila anni" per dirla con le parole dello studio del 2007 della Provincia di Vicenza e del Cnr, per cui "I depositi del Lago di Fimon rappresentano il più lungo archivio naturale delle trasformazioni ambientali e dei cambiamenti climatici mai estratto da un lago in Italia settentrionale". Aggiungo poi come l'Ambito sia prezioso da un punto di vista archeologico e dunque straordinaria testimonianza di presenza umana.
Di recente la cronaca parla della moria di lucci e dell'anomala proliferazione di alghe che sembrano trascinare il lago verso un destino negletto: già da anni, in verità , la situazione delle alghe era sfuggita ad ogni controllo, ma mai s'era verificato il caso che il lago diventasse impraticabile anche a canoe e a quei pochi che praticano la voga alla veneta, tipica anche di questo specchio d'acqua. Segnalo le preoccupazioni manifestate da molti appassionati pescatori che, dopo le notizie riportate dalla stampa locale, nei loro blog discutono del caso con cultura ambientale autentica dimostrando, al pari dei velisti e degli appassionati "barcaioli", una straordinaria sensibilità .
L'operatività della Provincia, con l'assessore Paolo Pellizzari direttamente coinvolto, mi sembra seriamente tesa alla soluzione di un problema che non è da poco: conciliare le esigenze ambientali e scientifiche con l'uso ricreativo che questo lago, con l'intero suo sistema, potrebbe sviluppare. Il problema è più complesso di quanto non si pensi, perché Fimon fino ad oggi si è salvato dalla speculazione edilizia e la sua forza sta proprio in questo suo essere luogo d'altri tempi, dove i ritmi sono quelli della natura: non a caso il lago è lo spazio scelto da chi pratica discipline rispettose dell'ambiente, dalla pesca no-kill alla vela o ai remi, cioè a forme non inquinanti né invasive.
Fimon deve essere difeso come spazio in cui gli enti locali, Provincia in primis, dimostrano la loro capacità di essere custodi sia dei valori ambientali e culturali, sia di uno spazio ricreativo e culturale fruibile da tutti. Le esigenze scientifiche, archeologica, ambientali e di svago possono coincidere e convivere: se liberiamo il lago dalle alghe infestanti, se cerchiamo di contenere la ittiofauna e contrastiamo le specie animali non esattamente autoctone, se incrementiamo l'informazione divulgativa culturale e scientifica su questo spazio, la sua storia, permetteremo così di usufruire del lago e del suo spazio a tanti cittadini ed avremo imboccato la strada giusta.
Come notava Guido Piovene, molto di quanto ammiriamo nella nostra campagna, specialmente nell'area Berica , è frutto di intervento dell'uomo: presupposto della nascita della civiltà della villa è l'opera di bonifica e modifica del paesaggio e quando quest'ultimo ci appare più naturale, più spontaneo, più genuino, tanto più esso è il risultato dell'azione umana; come appunto suggeriva Piovene una società mediocre e meschina aggredirà l'ambiente, trasformandolo in peggio, soffocandolo con fumi e miasmi, con architetture brutte e banali come purtroppo vediamo in troppe nostre periferie o in tante aree industriali oggi dismesse; una società pregevole, invece, interverrà con intelligenza come appunto il paesaggio palladiano testimonia principalmente, ma non solo, nell'area Berica.
Oggi, nella giornata mondiale dell'Ambiente, la sfida che ci giunge dal lago di Fimon è da accogliere e da giocare fino in fondo, creando attorno a questo nostro giacimento un sentimento di unanimità che non veda contrapposizioni ma un gioco di squadra dove ciascuno faccia la sua parte.
Roberto Ciambetti
Assessore Regionale del Veneto
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