La violenza di una minoranza non fermerà la rabbia della maggioranza
Lunedi 17 Ottobre 2011 alle 15:43 | 0 commenti
Cosimo Bruzzo, coordinatore provinciale Giovani Comunisti (Prc-Fds) - La manifestazione del 15 Ottobre è stata la prima manifestazione di massa contro il neoliberismo, la dittatura delle banche e della finanza, contro la perdita di sovranità del nostro Paese nei confronti di un'Europa alla mercé dei ragionieri franco-tedeschi della Banca Centrale Europea. Una UE quindi che non salva gli Stati e i loro popoli da debiti, ma le banche ed i loro lacché, i veri responsabili della crisi, da cui continuano a fare utili record saccheggiando il patrimonio pubblico. Una concezione della politica che in questi anni ha giocato a ‘Monopoly' sulle spalle del 90% della popolazione mondiale.
Una manifestazione di popolo straordinaria considerata la variegata composizione del corteo, composta da tantissimi giovani. Solo da Vicenza siamo riusciti a riempire più di una corriera di giovani, un ottimo risultato, su un totale di sette corriere. Con ulteriori risorse, le forze che hanno promosso la discesa a Roma(FDS, Presidio No Dal Molin, SEL, FIOM-CGIL, USB) sarebbero stati ancora di più.
Purtroppo la manifestazione ha fatto più rumore per le violenze che sono state perpetrate da pochi tra infiltrati e manovrati, invece delle ragioni per cui ben 500.000 persone si sono mosse, indignate. L'Italia si macchia perché è l'unico paese al mondo in cui avvengono violenze di piazza. Una violenza isolata nella piazza dagli stessi manifestanti, che oltre agli insulti ha fisicamente ostacolato queste persone. Abbiamo visto come i violenti hanno ovviamente agito nella parte del corteo dove non esistevano servizi d'ordine organizzati dai sindacati e dai partiti, approfittandone per attaccare le forze dell'ordine.
Una cosa mi ha colpito personalmente moltissimo. Quando dalla piazza si ritiravano questi elementi, questi venivano inseguiti dagli insulti dei cittadini romani, che si affacciavano dalle finestre delle proprie case. Ho sentito persino urlare "anch'io sò indignato, ma stronzi a me non me bruciate ‘a macchina!". La storia ci insegna che senza il consenso popolare non si fanno le rivoluzioni, è questo che distingue il partigiano dal brigante.
La rabbia rispetto allo stato di cose presenti, che sicuramente sta dietro ad alcune di queste azioni distruttive dell'immagine di un movimento popolare, non giustifica quello che è avvenuto. E' compito dei comunisti, finché esiste una cornice democratica, lottare perché la giusta rabbia trovi una via costruttiva per esprimersi nelle forme della Politica, nella costruzione di un movimento anticapitalista ed antiliberista di massa che abolisca lo stato di cose presenti e che rimetta al centro ed estenda il concetto di ‘bene comune', come lo devono essere l'acqua, la scuola, il lavoro e l'informazione.
Questo faremo come Giovani Comunisti: organizzeremo e promuoveremo come studenti e lavoratori con tutti i soggetti politici e sociali che ci stanno assemblee in tutti i territori, per dare una voce unica a quelle 500.000 persone indignate che il 15 Ottobre hanno manifestato pacificamente, e costruire quel movimento che abbatterà lo stato di cose presenti. Uniti resisteremo, ma divisi cadremo sotto i fendenti del padronato, delle stangate delle banche e delle loro Finanziarie.
Questo é il nostro tempo, in un momento di tale incertezza siamo sicuri sulla strada da percorrere. Non è cosa da poco.
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