La vicenda di Ingrid Visser e la stampa berica
Giovedi 30 Maggio 2013 alle 13:12 | 0 commenti
La drammatica vicenda di Ingrid Visser sta facendo il giro dei media spagnoli, olandesi ed Italiani. Nel nostro Paese la cosa ha attirato l'attenzine dei giornali oltre che per l'efferatezza del duplice omicidio della pallavolista, anche per il fatto che la campionessa aveva legato il suo nome al volley vicentino ovvero alla Minetti con la quale aveva vinto nel 2000-2001 la Coppa Cev: vale a dire il più importante trofeo europeo, secondo solo alla Champions League.
A differenza di tante altre testate però come Il Gazzettino, il più diffuso quotidiano locale, Il GdV, ha deciso di dedicare alla storia e ai ricordi vicentini di Visser appena qualche riga, nonostante i grandi spazi generali riservatele e l'onore dello strillo in locandina. È come se in circostanze simili venissero trovati morti Michel Platini o Paulo Roberto Falcão. E poi La Stampa di Torino o Il Messaggero di Roma non intervistassero un ex allenatore, un dirigente o ex dirigente, un tifoso di Juve o Roma. O non scrivessero una breve retrospettiva in chiave locale. Il tutto relegando a tre righe il fatto che i due campioni avevano militato nella squadra torinese o in quella capitolina. Sarebbe giornalisticamente pensabile? Ora il GdV sicuramente ha le sue logiche. I suoi giornalisti scrivono con scienza e coscienza. E il fatto che l'ex patron della Minetti Giovanni Coviello sia ora il direttore di una testata concorrente sicuramente non c'entra nulla.
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