La storia e i numeri della Centrale Operativa Suem 118 di Vicenza: chiamate in aumento
Venerdi 8 Novembre 2013 alle 15:34 | 0 commenti
U.L.SS. n° 6 "Vicenza" - Il S.U.E.M. (Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica) di Vicenza iniziò la sua attività il 10 ottobre 1988 come progetto pilota della Regione Veneto nell’ambito dell’emergenza sul territorio. Per la prima volta in Italia esisteva una centrale di coordinamento con un medico Anestesista Rianimatore in veste di coordinatore ed un secondo medico, anch’esso Anestesista Rianimatore, chiamato “soccorritoreâ€, che assicurava il soccorso medicalizzato sul territorio dell’ULSS.
La centrale di coordina-mento era situata in una stanzetta attigua alla rianimazione, con un solo telefono, che rispondeva al nu-mero 510000, e gli interventi erano registrati su modelli cartacei costruiti artigianalmente usando i primi programmi di videoscrittura e assemblati con alchimie grafiche.
In una stanza attigua, separata da un vetro, era la sede della Guardia Medica, che collaborava nel soccor-so, durante le ore notturne, per i casi in cui era evidente la minore gravità del caso.
I medici, in turni di 12 ore, furono in una prima fase forniti dal II° Servizio di Anestesia e Rianimazione, mentre gli infermieri erano stati inizialmente reclutati tra i più anziani in servizio presso lo stesso reparto; a breve si aggiunsero anche i medici del I° Servizio di Anestesia e Rianimazione e alcuni infermieri del Pronto Soccorso, tra i più esperti e motivati.
Il soccorso sul territorio era fornito, 24 ore su 24, da un’ambulanza medicalizzata e da una seconda ambu-lanza, con a bordo un infermiere, affiancato in caso di necessità dal medico coordinatore. Questa seconda ambulanza era fornita, assieme all’autista, dalla Croce Rossa Italiana nel turno del mattino (7 – 13), men-tre nel tempo rimanente il servizio era svolto da mezzi e personale forniti dalla struttura ospedaliera.
Il modello era attraente, e già dopo 4 mesi i primi risultati furono illustrati ad un convegno di specialisti, che accolsero con grande interesse i dati presentati.
All’epoca il nuovo servizio era composto da personale giovane mosso da molto entusiasmo, consapevole della novità e della bontà del soccorso così prestato, e vissuto quasi come una famiglia, con ottimi rappor-ti interpersonali, molti durati nel tempo.
Contemporaneamente all’inizio di questa nuova modalità di prestare il soccorso sul territorio, era neces-sario mettere al corrente la popolazione del cambiamento: non c’era più la necessità che l’ambulanza cari-casse il paziente, infortunato o in condizioni critiche, e corresse in Ospedale a sirene spiegate, ma il soc-corso veniva prestato al letto del paziente o direttamente sulla strada, riducendo notevolmente i tempi tra la richiesta del soccorso e la prestazione delle prime manovre salvavita. Le ambulanze erano diventate infatti a tutti gli effetti “Unità Mobili di Rianimazioneâ€, con a bordo non solo il Medico Rianimatore e l’in-fermiere esperto in terapia intensiva, ma anche buona parte delle apparecchiature in grado di garantire la sopravvivenza dell’infortunato: tubi endotracheali, ventilatori meccanici, monitor cardiaci con defibrillato-re, aspiratori di secreti, drenaggi vari.
Si iniziò così a pubblicizzare il nuovo servizio sui mass media: Le comunicazioni tra la centrale operativa e le ambulanze avvenivano con dei ponti radio su frequenze commerciali, disturbati frequentemente da comunicazioni di altri utenti di vario genere (camionisti, radioamatori, ecc), che, con segnali più potenti, oscuravano le comunicazioni di soccorso. Fu qualche anno dopo che la Regione Veneto assegnò alla rete del soccorso delle frequenze dedicate ovviando a detto problema.
I modelli cartacei di raccolta dati furono utilizzati fino al 1992, quando, con l’inaugurazione della nuova sede, a fianco del pronto soccorso, venne introdotta la computerizzazione per la raccolta e la registrazio-ne dei dati e in ottemperanza alla normativa, DPR 27 marzo 1992, fu inaugurato il numero unico telefoni-co 118 per le richieste di soccorso sanitario provenienti non più solo dal territorio dell’allora ULSS n.8 ma da tutta la provincia di Vicenza.
Si passò così da una popolazione di 240.000 abitanti ad una di 740.000 con un incremento notevole di richieste di soccorso. Infatti da 1218 interventi di soccorso dell’ultimo trimestre del 1988 si è passati a 6347 interventi del 1989. Nel 1990 gli interventi furono 7656 per passare a 8666 nel 1991.
La prima impennata ovviamente si è avuta nel 1992 con l’attivazione del numero unico 118 e l’estensio-ne alla provincia del servizio con 12.755 interventi. Oggi la struttura della Centrale Operativa SUEM 118 di Vicenza si avvale di 16 autisti soccorritori, 28 infermieri, 12 operatori socio sanitari che gestiscono il servizio trasporti non urgenti 3 medici assegnati e circa 20 medici anestesisti rianimatori a rotazione dal Servizio di Anestesia e Rianimazione, un coordinatore infermieristico ed un primario e con il coordina-mento dei Pronto Soccorsi di tutta la provincia risponde quest’anno ad oltre 70.000 richieste d’interven-to, provenienti dal territorio provinciale, servendo una popolazione di circa 880.000 abitanti.
Nel 2013 (dal 01-01-13 al 06-11-13) le richieste d’intervento sono state così ripartite:
Ambulanze con infermiere:
Codici Rossi: 4.196
Codici Gialli: 7.690
Codici Verdi: 9.430
Automedica:
Codici Rossi: 1.378
Codici Non Valutabili: 133
Codici Gialli: 349
Codici Verdi: 87
Elisoccorso in appoggio:
Codici Rossi: 75
Si consideri che in orario 20-08 il medico esce con l’ambulanza e non con l’automedica infatti gli inter-venti con medico ammontano a 3.166.
Rispetto all’anno 2012 il traffico totale delle chiamate al 118 (in entrata ed in uscita) evidenzia già un incremento del 2% circa, 271.133 contro le 264.539 del 2012.
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