La storia dell'acqua e del riciclo al nuovo Museo archeologico di Rotzo
Venerdi 20 Luglio 2012 alle 19:55 | 0 commenti
Etra - Consumo dell'acqua e riciclo: come si faceva migliaia di anni fa? Il nuovo Museo archeologico di Rotzo racconta il rapporto dell'uomo primitivo con l'ambiente. L'inaugurazione il 21 luglio. In programma visite guidate e laboratori per bambini.
Che la vita dipenda dall'acqua è una verità universale. Ma c'è una bella storia, e riguarda cosa l'uomo ha fatto nei secoli, nei millenni, per conservarla e renderla bevibile. La racconta il Museo archeologico dell'Altopiano dei Sette Comuni vicentini di Rotzo.Di proprietà del Comune di Rotzo e gestito dalla Fondazione culturale Museo archeologico dell'Altopiano dei Sette Comuni, riunisce in un unico edificio, un tempo sede delle scuole elementari della località Castelletto, una grande quantità di reperti rinvenuti in anni di ricerche e ritrovamenti nel territorio dell'Altopiano.
Dall'uomo di Neanderthal, che calpestò quelle terre centinaia di migliaia di anni fa, alla più "vicina" età del ferro (primo millennio avanti Cristo), è possibile ripercorrere, anche in occasione di conferenze, seminari, proiezioni e mostre temporanee, la storia lunga e affascinante del popolamento della zona, e non solo in fatto di pastorizia, caccia, commercio e fabbricazione di utensili.
Nel museo, infatti, il visitatore compie un viaggio ideale riscoprendo le tecniche usate nei diversi periodi dell'antichità per serbare l'acqua, berla, dissetare il bestiame, irrigare la terra. Dall'approvvigionamento al consumo finale, viene alla luce il rapporto ancestrale dell'uomo con questo elemento terapeutico e vitale, essenziale per la sopravvivenza.
Un filone di lettura dei reperti originale, un'iniziativa di riflessione e approfondimento della storia che Etra ha voluto sostenere con lo slogan "Dal passato al presente: l'acqua, il riciclo... valori dell'umanità ".
«Grazie alla straordinaria opera di conservazione di monili, contenitori, strumenti, - spiega il presidente del Consiglio di gestione di Etra, Stefano Svegliado - riprendono vita le attività quotidiane di trasporto e salvaguardia dell'acqua, come se il tempo non fosse mai passato. Oltre al grande valore storico, ne può derivare anche un grande insegnamento, dettato da epoche in cui reperire acqua potabile era una fatica costante, e valorizzarla, in quanto fonte di vita, una necessità ».
Sempre per la stessa limitatezza di risorse, è interessante ricostruire in che modo le popolazioni dell'Altopiano riutilizzavano i materiali che la natura offriva. «Una forma "primitiva" di raccolta differenziata e riciclo, che determinava un legame con l'ambiente forse più rispettoso di oggi. La natura, anche se in molti casi ostile, offriva di che vivere, - conclude Manuela Lanzarin, presidente del Consiglio di sorveglianza di Etra - ed era importante non sprecare nulla».
All'inaugurazione del Museo archeologico bambini e adulti potranno approfondire questi temi con attività dedicate. Dopo la presentazione ufficiale del progetto, la mattina dalle 10.30, con gli interventi della Soprintendenza per i beni archeologici per il Veneto, della Fondazione Cariverona, del Comune, della Regione e della Comunità Montana, nel pomeriggio sono previste visite guidate alle sale interne e al parco archeologico del Bostel, situato a 500 metri dal museo e comprendente scavi e ricostruzioni del villaggio da cui provengono i reperti in mostra. Non mancheranno dimostrazioni di archeologia sperimentale, laboratori per i più piccoli e uno spettacolo teatrale.
In estate il museo è aperto tutti i giorni; nel resto dell'anno si svolgono visite guidate su prenotazione per gruppi e scolaresche.
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