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La stampa nazionale muta sulle migliaia di partecipanti alla manifestazione a Roma della piattaforma Eurostop contro il "pensiero unico"

Di Citizen Writers Lunedi 13 Novembre 2017 alle 23:26 | 0 commenti

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Della manifestazione promossa dalla piattaforma Eurostop che si è svolta ieri a Roma quasi nessun giornale ha scritto qualcosa (qui il nostro articolo, ndr). L'informazione nazionale è stata assente. Eppure sabato 11 novembre migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza e hanno dimostrato che esiste una forza reale che sa ancora lottare contro un'Unione Europea antipopolare e finanziaria, contro la Nato e l'imperialismo statunitense, contro l'attuale governo italiano e i precedenti che si sono sempre inchinati di fronte ai diktat delle potenze economiche e finanziarie che hanno imposto politiche liberiste e antipopolari.

La manifestazione di sabato ha dimostrato alcune cose importantissime. La prima è che chi vive del proprio lavoro, o per lo meno un numero consistente di lavoratrici e lavoratori, è ancora capace di mobilitarsi e fare sacrifici per scendere in piazza e dimostrare la propria rabbia e il proprio dissenso. Una seconda, fondamentale, è che, chi ha partecipato o anche solo visto la manifestazione, si è reso conto che tra noi, che viviamo del nostro lavoro, non possono esistere distinzioni di razza, di religione, di sesso. Siamo tutti uguali, ugualmente sfruttati, ugualmente discriminati. Abbiamo tutti, indistintamente, uguali diritti e stessi doveri. E questa antica verità, questo principio fondamentale della nostra Costituzione, si può esprimere in una nuova coscienza di classe che, con la manifestazione di sabato, è stata resa plasticamente visibile. È tornata, quindi e concretamente, la speranza che questa solidarietà tra chi vive del proprio lavoro possa essere ricostruita e diffusa al fine di diventare una forza invincibile e determinante per lo sviluppo del nostro paese e non solo. Questa speranza era palpabile sabato tra chi manifestava, nei canti e negli slogan che di diffondevano ("schiavi mai", "se tocchi uno, tocchi tutti"), nelle voci e nei sorrisi, nelle mani strette a pugno a significare l'unità di chi era sceso in piazza non solo per dimostrare qualcosa ma per lottare. E, poi, c'è una terza questione che, sabato, è emersa con forza. Esiste, nel nostro paese e nonostante la censura dell'informazione sempre più asservita al potere, qualcosa che va oltre le malinconiche scaramucce tra chi si autoproclama "di sinistra" ma che vuole, invece perpetuare una politica assolutamente integrata alla volontà di chi è padrone delle leve del potere.

Questo qualcosa, che oggi si sta anocra formando, è l'unità tra forze sociali e politiche che vogliono costruire un modello di sviluppo completamente diverso dall'esistente e che non si vogliono limitare a chiedere qualche modifica marginale del sistema attuale. Sabato è stato dimostrato che su parole d'ordine che hanno contenuti conflittuali, dirompenti e, oggi, assolutamente originali, si può riuscire a costruire una concreta coesione tra sindacati di classe e partiti comunisti e socialisti che può diventare una reale unità forte e determinante per quel cambiamento di sistema che non solo è auspicabile ma è diventato necessario. Un fronte anticapilatista che può e deve diventare una forza anche parlamentare capace di cambiare lo stato di cose presente.

Sabato migliaia e migliaia di donne e uomini hanno gridato il loro ripudio al pensiero unico. Per questo la manifestazione promossa dalla piattaforma Eurostop è stata e sarà importante.

Lasciamo da parte chi vuole ancora contrattare qualche posto in qualche lista elettorale che diventerà necessariamente la stampella di governi che perpetueranno politiche liberiste contrarie ai bisogni di chi vive del proprio lavoro. Lasciamo da parte i vari Pisapia, Boldrini, Bersani, D'Alema o Grasso che hanno sempre appoggiato e votato qualsiasi cosa i governi a guida PD o delle "larghe intese" abbiano imposto. Lasciamoli stare. Che si "divertano" pure con le loro alchimie istituzionali e i loro giochini politicisti. Noi, che vogliamo un modello di sviluppo totalmente diverso da quello capitalista sabato abbiamo dimostrato che la speranza di costruire una società di liberi e uguali è ridiventata concreta.

di Giorgio Langella

 

Leggi tutti gli articoli su: Giorgio Langella, EuroStop

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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