La sordina di Valter
Sabato 3 Dicembre 2011 alle 14:34 | 1 commenti
Le inchieste a carico del gruppo Peretti si riverberano sugli equilibri in seno ad Assindustria Vicenza e rimettono sul tavolo la questione irrisolta delle «liaisons dangereuses» tra imprese e informazione, locale e non
«... A suscitare clamore, questa volta, è il nome dell'imprenditore finito nel mirino degli investigatori. I militari hanno infatti avviato accertamenti sul Gruppo Peretti, che fa capo a Giuseppe Valter Peretti, presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza. È lui stesso a confermarlo». Sono queste le parole usate dal Corriere del Veneto il 13 novembre in un articolo a pagina 7 che fa rumore nel mondo dell'imprenditorìa della Valchiampo e non solo.
Il Giornale di Vicenza incassa la botta dovuta al piccolo grande scoop patito dalla concorrenza, ma giorno appresso replica con un servizio in cui vengono forniti altri dettagli prima ignoti. Si parla infatti non esclusivamente di accertamenti amministrativi, bensì di un fascicolo che sarebbe stato aperto dal pm Barbara De Munari; fattispecie che fa pensare ad una inchiesta di natura penale. Peretti ostenta sicurezza: «Non ho mai avuto operai irregolari né ho mai pagato loro le straordinarie in nero. Sono sicuro che gli accertamenti dimostreranno che non ci sono state violazioni». Sul GdV parla anche Riccardo Canilli, legale del numero uno di Assoconcia; le sue parole sono improntate ad una sicurezza ancor maggiore: «Il Gruppo Peretti è a posto».
La stranezza. La cosa strana però è che dopo questa sorta di botta e risposta immaginario tra un servizio giornalistico e l'altro, la politica berica che conta è rimasta in silenzio. Niente commenti, nessuna richiesta di chiarimenti, nessun addebito: ma soprattutto nessuna richiesta per Peretti di fare un passo indietro dalle cariche in Assindustria. Cosa che, in condizioni peraltro diverse, aveva fatto Chiara Mastrotto dopo che il ciclone mediatico “Arzignano bis†aveva flagellato a fine estate il suo gruppo, la Valchiampo, nonché i piani alti di piazza Castello. E stando ai «rumors» dei circoli esclusivi che arrivano da Arzignano i fratelli Bruno e Santo Mastrotto non avrebbero preso per nulla bene l'hic manebimus optime maturato a casa Peretti. L'arrabbiatura dei Mastrotto sarebbe per di più da ricondurre al fatto che proprio Peretti avrebbe in qualche modo esercitato una moral suasion su Chiara al fine di non esporre Assindustria, che è proprietaria del GdV fra l'altro, all'imbarazzo delle indagini capitate proprio sul gruppo dei patriarchi Bruno e Santo.
La richiesta. Ed è in questo contesto che chi scrive ha interpellato Peretti con un fax datato 18 novembre. Il motivo? Avere un chiarimento rispetto agli ultimi accadimenti ma non solo. La missiva è chiara: «... Le risulta di essere sotto procedimento penale? Le risulta essere sotto altro procedimento? Per i medesimi fatti Le risultano sotto procedimento penale o altro procedimento soci o altri amministratori o aventi altro incarico in seno al Suo gruppo o per conto del suo gruppo? Per vicende anche diverse da quelle sopra menzionate, Le risulta siano (o siano stati) sotto procedimento (penale o di altra natura) Suoi familiari anche defunti? Le risultano (in corso o meno) procedimenti penali o di altra natura a carico di persone giuridiche facenti riferimento al Suo gruppo? Qualora risultassero, per mèra ipotesi, procedimenti penali o di altra natura a Suo carico, pensa Lei che la cosa potrebbe avere riflessi in relazione ai Suoi incarichi presso Assindustria? Qualora si verificasse, per mèra ipotesi, l'eventualità appena citata, Lei pensa ad eventuali dimissioni dalla presidenza del "settore concia"? Le risulta un'opera, da parte Sua o di altri soggetti in seno ad Assindustria Vicenza, di "moral suasion" nei confronti di Chiara Mastrotto per convincerla alle recenti dimissioni dagli organi di Assindustria?...».
Peretti, che con GdV e Corriere Veneto è stato particolarmente rapido e loquace nella risposta, con VicenzaPiù, sceglie un'altra strada: quella del silenzio. Ma la missiva inviatagli a metà mese non è certo un lezzo giornalistico o una formalità . L'intento era invece quello di ascoltare la versione del presidente della sezione dei conciatori anche in relazione ad alcuni atti della procura berica che riguardano proprio il suo gruppo.
Le carte. Secondo le carte in possesso di VicenzaPiù, il pm Marco Peraro il giorno 3 maggio 2011 firma un avviso di conclusione delle indagini preliminari. In quel documento si parla testualmente di «... illecito amministrativo di cui agli artt. 6 e 25 d. lgs. 231/01 e 321 c.p. in relazione al reato di cui al capo che segue, commesso da Peretti Graziano, deceduto, in qualità di amministratore pro-tempore della società Nuova Gasby spa (della quale è amministratore Valter Peretti, Ndr)... recante a quest'ultima... il vantaggio patrimoniale consistito nella indebita diminuzione delle imposte e sanzioni da versare... In Arzignano in data anteriore e prossima al 26 settembre 2006». E sempre nell'avviso si legge: «... tra l'altro e in particolare Peretti Graziano consegnava per il tramite del fiscalista Brando Giandomenico, a Soraci Roberto, Segantini Filiberto, e De Monte Claudio Emanuele Antonio, rispettivamente il primo direttore pro-tempore e gli altri in qualità di funzionari tributari in servizio presso l'Agenzia delle Entrate... di Arzignano una somma pari a Euro 10.000 ovvero Euro 15.000, in contanti al fine di far concludere la verifica fiscale intrapresa nei confronti della citata impresa, in maniera parziale senza la constatazione di tutti gli illeciti tributari riscontrati o riscontrabili... ritenuto di non chiedere la archiviazione del procedimento e di esercitare l'azione penale, nonché contestare l'illecito amministrativo al sopra citato ente si avvisa che... la documentazione... è depositata presso questa segreteria per visione e copia...».
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Il coinvolgimento. In realtà del coinvolgimento del gruppo Peretti in una storia di corruzione si parla, anche se in modo assai sfumato, sul GdV del 12-10-2010 a pagina 14 e sul GdV del giorno 8 novembre 2011 a pagina 20. Ed è proprio in quest'ultimo servizio che viene delineato un quadro di malaffare ad alto livello. A parlare del gruppo Peretti è Angelo Fiaccabrino, già funzionario di punta alla direzione regionale delle Entrate di Venezia: «Immaginando come potrebbero essere andate le cose penso che nel rideterminare le rimanenze dei prodotti finiti e semilavorati sulla base di calcoli in larga misura presuntivi, abbiamo adottato un atteggiamento di assoluto favore verso il contribuente. È chiaro che io non avrei mai potuto fare ciò senza che Del Greco fosse d'accordo». Ma chi è Raffaele Del Greco? Ancora sul GdV del giorno 8 novembre si legge di lui: «... già capo dell'ufficio controlli fiscali della direzione regionale è oggi in pensione... ha sempre respinto ogni partecipazione alla divisione delle mazzette...».
Così, almeno sul piano mediatico, è in questo quadro che va letta l'intemerata di Franca Equizi, ex consigliere comunale leghista nel capoluogo berico, la quale il 10 settembre, a margine della contestata manifestazione arzignanese di “Veneto Stato†si chiese: «Come mai i media confindustriali dedicano così poco spazio alle vicende giudiziarie del Gruppo Peretti? Perché, con le dovute proporzioni, a Mastrotto tante bacchettate a mezzo stampa e a Peretti solo qualche pizzicotto? Ci sono retroscena o manovre opache che non conosciamo? Gli industriali che non stanno in cima alla piramide approvano una condotta del genere da parte di un GdV che de facto sostengono anche loro? Che dice in merito il presidente Roberto Zuccato?»
Da VicenzaPiù n. 224
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