La sentenza della Consulta ed il voto contrario all'arresto di Cosentino lasceranno il segno
Giovedi 12 Gennaio 2012 alle 23:26 | 0 commenti
 
				
		
		Luca Fantò, Segretario provinciale Psi Vicenza  -  Sebbene non possano essere assolutamente equiparati, la sentenza della Corte Costituzionale ed il voto contrario all'arresto del Deputato PdL Cosentino, sono avvenimenti destinati a lasciare il segno politico sulla storia italiana dei prossimi anni. 
Nonostante tutti sapessimo che la Corte Costituzionale non avrebbe potuto che respingere i referendum per l'abrogazione di tutta o anche solo una parte dell'attuale legge elettorale, resta un diffuso sentimento di delusione procurato da un'irrazionale speranza che la Corte avrebbe voluto comunque impedire che in Italia si tornasse a votare con l'attuale sistema elettorale.		
L'Italia è invece condannata a dover subire almeno un'altra tornata di  elezioni politiche con l'attuale, vergognoso sistema proposto dal  leghista Calderoli ed immediatamente condiviso da PdL e PD. E a poco  servono gli improbabili, poco credibili proclami di alcune di quelle  forze politiche che siedono in Parlamento e che già prima della sentenza  dichiaravano di voler comunque modificare la legge seguendo l'iter  parlamentare. Gli italiani dovranno subire il ricatto del cosiddetto  "voto utile", degli elenchi di candidati eletti prima ancora della  celebrazione delle elezioni. Per un'altra legislatura gli italiani  dovranno assistere ai "cambi di fazione" dei vari calearo e scilipoti.
Delusione  simile è seguita alla sentenza della Corte Costituzionale con lo stop  posto dalla Camera all'arresto del Deputato Cosentino. Un voto che ha  dimostrato come ancora oggi il Parlamento sia alla mercè del PdL e della  Lega. In questo caso infatti la decisione sembrava per nulla scontata  fin quando la Lega, accondiscendendo alle richieste dei berlusconiani,  ha deciso di cambiare il proprio voto favorevole all'arresto espresso  due giorni or sono in Commissione Parlamentare.
La delusione,  l'amarezza in questo caso deriva dal fatto che il Parlamento in casi  come quello del Deputato Cosentino non è infatti chiamato a giudicare  l'innocenza o la colpevolezza dell'indagato, ma solo ad individuare  l'eventuale esistenza di "fumus persecutionis". Una "parvenza" che in  questo caso sembra del tutto improbabile se solo ci si sofferma sulla  quantità e varietà di magistrati che hanno contribuito a tale richiesta  di arresto. Ma questa evidenza non è stata tale per i Deputati del  centrodestra e radicali e, ancora una volta, il vertice della politica  nazionale ha perso l'occasione per dimostrarsi vicino a chi ne ha eletto  i propri membri.
La giornata di oggi quindi, nel suo deprecabile  svilupparsi, è destinata a rimanere nei ricordi mentre domattina  l'Italia si sveglierà con la consapevolezza che, terminata  l'ineluttabile esperienza Monti, si tornerà all'antica politica fatta di  molte parole e di altrettanti fatti da esse però opposti...a meno che  dal basso non si crei e cresca una reale e rinnovata coscienza  nazionale, solidale e svincolata dagli interessi del proprio gruppo di  appartenenza.
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