"Dimesso" Iorio da Ad BPVi, Gianni Mion: "con molta pazienza e buona sorte usciremo dalla palude". Fabrizio Viola probabile nuovo Ad a Vicenza con "vista" anche su Montebelluna
Lunedi 5 Dicembre 2016 alle 11:08 | 0 commenti
Aggiornamento alle 11.59 Oggi Francesco Iorio ha lasciato la carica di Ad e dg della Banca Popolare di Vicenza, in cui si era distinto, oltre che per un ingaggio alla Higuain da pre crisi juventina, per piani e contropiani mai andati a buon fine, e avrebbe accettato la sfida immane di salvare quel che resta della fu Popolare vicentina Fabrizio Viola, che in passato era stato ai vertici della BPVi da cui era uscito, così come fece Luciano Colombini, uno degli altri nomi fatti come successore dell'ex ad Ubi, rifiutando i metodi di Gianni Zonin. Avevamo anticipato il 24 novembre questa ipotesi riprendendo quanto scritto da Stefano Righi il 21 su Il Corriere economia facendo riferimento alla persistente ritrosia di Iorio a farsi da parte dopo che Beniamino Anselmi, dopo essersi dimesso da presidente del Cda di Veneto Banca non condividendo la volontà del Fondo Atlante di voler fondere le due ex Popolari venete, aveva lasciato anche le cariche di Consigliere di Veneto Banca, della controllata Banca Apulia e del partecipato consorzio SEC Servizi.
Scrivevamo allora: "A non accennare a uscite (forse per riguadagnare la faraonica buonuscita a cui ha dovuto rinunciare dopo la milionaria buonentrata incassata) è l'ad Francesco Iorio, che finora ha elaborato piani e contropiani con Gianni Zonin, Stefano Dolcetta e ora con Gianni Mion tutti con gli esiti ben noti, e che pare sempre meno gradito non solo dall'attuale presidente della Vicentina ma anche dalla proprietà di Atlante che, scriveva Stefano Righi su Corriere Economia di lunedì 21 novembre, a gestire la complessa fusione vorrebbe Fabrizio Viola già in passato vice direttore generale della BPVi e fino all'8 settembre 2016 Amministratore Delegato del Monte dei Paschi di Siena da cui è uscito per tutti i "giochi" di equilibrio in corso ma che aveva raccolto all'inizio del 2012 la pesantissima eredità lasciata dalla coppia Mussari-Vigni, conti in profondo rosso e una lunga bufera giudiziaria, per firmare tutti i passi di un difficile processo di risanamento e pulizia, ancora in corso".
E aggiungevamo una domanda, che ripetiamo oggi dopo le dimissioni di Iorio chieste coram populo anche dalle associazioni dei soci e da gran parte dei soci stessi anche in occasione del convegno burla del 26 novembre scorso: "Ma la domanda negli ambienti finanziari non sarebbe tanto se Iorio lascerà (improbabile sua sponte) le sue coccarde ma se Viola accetterebbe di recuperare da una coppia di navi con mille falle i residui legni non marci che potrebberoservire a varare una barca nuova, magari più piccola, una barchetta, ma in grado di galleggiare prima e mettersi in mare poi. Per diventare una banchetta, è il nostro timore per non dire triste certezza, che nel mare della finanza globale e nell'oceano in tempesta della fiducia persa a Vicenza e Montebelluna parrebbe fin d'ora destinata, comunque, ad affondare".
Ora sembrerebbe che Viola abbia accettato e allora riportiamo un piccolo commento che ci ha fatto Gianni Mion che sa di risposta ai nostri dubbi: "Caro direttore, ogni giorno occorre aprire il negozio, ogni giorno i ranghi devono essere presidiati. Aspettiamo l'Ad nuovo, il piano, l'esecuzione dei progetti e, con molta pazienza e con la buona sorte, usciremo anche noi dalla palude. A Dio piacendo".
E di sicuro, aggiungiamo noi, l'uscita dalla palude piacerebbe anche ai vecchi soci, se loro non verranno lasciati affondare in quella palude...
Ovvio, poi, che con un manager bancario di spessore come Fabrizio Viola alla guida di BPVi anche l'altro Ad "veneto", Cristiano Carrus, potrebbe essere vicino almeno a un "ridimensionamento" del suo ruolo in Veneto Banca o, di sicuro, nella banca unica che nascesse dalla fusione delle due ex Popolari e in cui l'esperienza di Viola sarebbe un sicuro valore aggiunto.
Di seguito il lancio di La Repubblica da noi pubblicato alle 11.08 e poi confermato dalla nota ufficiale della BPVi
In vista della fusione con Veneto Banca, all’indomani del referendum, e alla vigilia dell’assemblea di Banca popolare di Vicenza che tra le altre cose, dovrà chiedere ai soci di approvare un azione di responsabilità contro la passata gestione, si dimette l’amministratore delegato Francesco Iorio.
Al suo posto fonti finanziarie riferiscono che dovrebbe essere nominato Fabrizio Viola, ex amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena e prima ancora di Bpm. Iorio, ex direttore generale di Ubi, era arrivato in Veneto con il mandato di raccogliere l’eredità del tandem Zonin-Sorato, e promuovere un piano sulla base del quale lanciare un aumento di capitale da un miliardo. Ma la ricapitalizzazione era andata deserta e Vicenza era stata salvata dal fallimento solo grazie all’intervento del fondo Atlante, gestito da Alessandro Penati. Alla presidenza era stato nominato Gianni Mion, storico manager veneto della famiglia Benetton, e ora Atlante avrebbe preferito un ad di sua fiducia anche per gestire il secondo piano di risanamento della banca in vista dell’istituto in vista della fusione con Veneto Banca.
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