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La regione paga il leasing dell'ospedale di Santorso ma la gestione è privata

Di Fabio Alberto Landi Martedi 3 Aprile 2012 alle 10:40 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 231
Pietro Veronese di Communitas: attendiamo informazioni ma vigileremo sul cappio al collo messo dai privati alla Regione. A pochi giorni dall'apertura del nuovo ospedale unico di Santorso abbiamo intervistato Pietro Veronese, ex assessore della Giunta scledense e presidente di Communitas, libera associazione civica a carattere volontario e senza fini di lucro, che negli ultimi anni è stata in prima linea nel proporre iniziative pubbliche di sensibilizzazione e informazione sul tema della sanità.

Che giudizio vi siete fatti sull'esordio e sulla operatività iniziale della nuova struttura, voi che in passato avete manifestato pesanti perplessità sulla scelta di non investire più sul potenziamento del De Lellis?
"In così poco tempo non ritengo corretto pronunciarmi sui punti di forza o di debolezza di Santorso: non sono un tecnico e non ho neppure potuto verificare di persona o come Associazione dati o informazioni che ho ricevuto, diciamo, informalmente. In ogni caso è davvero difficile ottenere valutazioni obiettive, per esempio nessuno informa su quando si tiene la Conferenza dei sindaci dell'ULSS, che invece dovrebbe pubblica. Neppure è facile sapere quanto siano vere le notizie a volte sulla qualità della progettazione, dei lavori e dei materiali. Sarà il tempo a dircelo, speriamo bene..."
Sembra di capire che nella gestione dell'ospedale ci siano alcuni aspetti che non vi convincono. E' così?
La questione fondamentale ed irrisolta è che l'ULSS ha acquistato l'ospedale come si compera un'auto in leasing. Solo che dell'ospedale ottiene solo l'utilizzo, non la gestione, che di fatto rimane in mano ai privati: pare per esempio che la stessa manutenzione dell'edificio sia appannaggio di chi l'ha costruito. Questa situazione, che appunto può generare chiari conflitti di interesse, negli anni futuri potrà condizionare negativamente l'autonomia decisionale dell' ULSS, soprattutto riguardo la necessità di stare al passo con le innovazioni tecnologiche e strumentali.
Crede che questo possa influire sulla qualità del servizio?
Resta sicuramente da capire dove e come si faranno le economie necessarie per pagare il nuovo ospedale ai privati. La Regione garantisce all'ULSS 4 un bilancio che non ha mai previsto finora costi per la realizzazione di una simile struttura, tutt'al più investimenti per la manutenzione ordinaria degli edifici già esistenti. Eppure da quest'anno essa dovrà pagare ai privati che hanno realizzato l'ospedale, dai 25 ai 30 milioni di euro ogni anno di canone, fra l'altro indicizzati, non solo per i muri del nuovo ospedale, ma anche per le attrezzature, l'arredamento, i nuovi macchinari informatici, gli impianti medicali necessari perché la struttura funzioni. Inoltre li deve pagare con lo stesso bilancio di sempre, cioè con gli stessi soldi che prima del nuovo ospedale servivano per i tutti i servizi sanitari, anche quelli non ospedalieri. Allora, dove e come si faranno queste economie, se la nostra ULSS è già considerata la più "risparmiosa" del Veneto. Per converso invece, con quali risorse l'ULSS 4 potrà riorganizzare, come richiedono il nuovo ospedale ed i posti letto a disposizione, i servizi territoriali? Come potrà garantire altro personale qualificato, di cui pare i servizi siano già assai carenti? Come potrà garantire i necessari nuovi posti letto per non autosufficienti?
Sono aspetti contabili non proprio tranquillizzanti sul futuro di Santorso: avete proposte alternative?
In quest'ottica, l'accordo stipulato coi privati appare come un cappio al collo per la sanità pubblica nell' Altovicentino. A meno che la Regione non si accolli per 24 anni quasi per intero l'onere di questo "contratto capestro", come è stato definito dagli stessi consiglieri del centrodestra non più di un anno fa. Visti i chiari di luna ed i tempi grami per la pubblica amministrazione, è realistico che avvenga?
Esiste un'altra strada: la Regione abbia il coraggio di esigere una rinegoziazione del contratto con i privati. Perchè si tratta di un contratto che non solo appare decisamente squilibrato a loro favore e penalizzante per l'ULSS, tra l'altro con interessi superiori al 12% senza rischio alcuno per gli investitori, ma che sembra racchiudere clausole non convincenti neppure per gli stessi vertici della sanità regionale.
Voi di Communitas vi occupate da tempo della sensibilizzazione e dell'informazione dei cittadini-utenti sul tema del nuovo ospedale unico a Santorso. Continuerete a vigilare ed avete in programma qualche iniziativa?
Chiederemo, anzi pretenderemo di avere accesso a quante più informazioni trasparenti sia possibile. Per quanto ci sarà possibile, inolte, cercheremo di seguire le fasi di riorganizzazione dell'ULSS, l'efficacia e l'efficienza del nuovo ospedale e dei suoi servizi. Stiamo per esempio organizzando un incontro, probabilmente per i primi di aprile, proprio sul tema del nuovo ospedale, alla luce del nuovo piano socio-sanitario regionale che è in via di approvazione. Chi è interessato può informarsi o fare domande sulla nostra pagina: facebook.com/public/Communitas-Schio.

 


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