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La Quenelle e la kippà nel calcio: razzismo bifronte

Di Citizen Writers Lunedi 6 Gennaio 2014 alle 21:32 | 2 commenti

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Riceviamo da Vincenzo Mannello e pubblichiamo - Si è aperta in Francia la caccia a chi saluta con la Quenelle (polpetta, in francese), gesto pubblicizzato nei propri spettacoli dal comico Dieudonnè. Portando la mano sinistra all'altezza della spalla destra e tendendo il braccio destro verso il basso si commette,stando agli accusatori, istigazione all'odio razziale. Contro chi ? Ma dai, non è difficile...Chi insorge per ogni minimo caso in Francia, Inghilterra, Italia, Europa e Mondo intero? La comunità ebraica, non c'erano dubbi!

Cosa è accaduto allora a Parigi e dintorni ?
Questo saluto,utilizzato e propagandato dal comico Dieudonnè nelle proprie tournée, è stato tacciato di essere quello nazista rovesciato e, pertanto, simbolo di antisemitismo palese.
Dato che oramai legioni intere di francesi, senza distinzione alcuna di razza e religione,    lo hanno adottato, il pericolo insito nel gesto ha allarmato tanto la comunità ebraica da chiedere l'intervento del governo Hollande per stroncare il rigurgito nazista.
Magari impedendo a Dieudonnè di tenere i propri show televisivi o di piazza, in attesa di un prossimo arresto per antisemitismo acuto.
Parimenti ci si è scagliati contro il giocatore Anelkà, tutt'altro che ariano, colpevole di aver salutato con la quenelle durante una partita... in Inghilterra. Si chiedono severe sanzioni contro di lui per istigazione all'odio razziale. Magari se un nazionale greco venne radiato per un saluto romano "ufficiale", per questo "rovesciato" Anelkà verrà soltanto messo alla gogna.
Nel frattempo però, con notizia passata quasi sotto silenzio, in Israele i giocatori di calcio possono correre dietro il pallone indossando la kippà, il copricapo identificativo dell'ebraismo mondiale.
Non importa nulla che Fifa ed Uefa, le organizzazioni del calcio mondiale ed europeo, vietino tassativamente l'uso e la esibizione di simboli religiosi o politici.
Gli ebrei decidono pure nel calcio cosa si possa o non possa fare.
La quenelle di Anelkà è antisemita, la kippà sulla testa il tributo che si deve pagare per vederli giocare.
Caspita,se non è razzismo "rovesciato" questo...       

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Commenti

Inviato Lunedi 6 Gennaio 2014 alle 22:46

il kippà possono i giocatori possono metterlo solo in israele e mica tutti lo mettono , Dieudonnè sarà anche un comico ma è un anti semita che nei suoi vergognosi , razzisti deliri rinnega e prende in giro la Shoah , Anelka non è un ariano ma è islamico , non condivido nulla di quello che ha scitto questa persona che sembra anche lui antisemita . In Francia ? il ministro degli Interni Valls aveva detto in un'intervista a Le Parisien di voler interdire gli spettacoli del comico dal momento che "è insostenibile che insulti la memoria delle vittime della Shoah" - la reazione al gesto di Anelka è stata fermissima. La ministra dello Sport Valerie Fourneyron ha definito su Twitter "il saluto di Anelka una scioccante provocazione, disgustoso. Non c'è posto per l'antisemitismo e l'incitamento all'odio sui campi di calcio".
Inviato Lunedi 6 Gennaio 2014 alle 23:01

segue - Dieudonné, diventato ormai il nemico pubblico numero uno in Francia. Il comico che farcisce di battute antisemite i suoi show, fomentando platee anti-sistema limitate ma agguerrite, è circondato dalla riprovazione generale. da anni nel mirino della associazioni antirazziste per il suo antisemitismo dichiarato, è stata l'esplosione «virale» della quenelle, una specie di saluto nazista alla rovescia con il quale condisce i suoi spettacoli. Un segnale di intesa, che strizza l'occhio all'antisemitismo della sua platea, ma che prima il giocatore francese Nicolas Anelka, poi altri suoi colleghi connazionali, hanno avuto l'idea di rendere popolare festeggiando proprio con la quenelle i propri gol. Il presidente François Hollande ha lasciato chiaramente intendere di essere al fianco di tutte le iniziative del suo governo che ostacoleranno gli show di Dieudonné, la cui prima esibizione del nuovo tour è prevista mercoledì prossimo a Nantes, nell'ovest del Paese. Sabato al coro dei politici - con l'eccezione del Fronte nazionale di Marine Le Pen e pochi altri singoli - si è aggiunta la famiglia Klarsfeld, in particolare i due più famosi «cacciatori di nazisti», Serge e Beate, seguiti dal figlio avvocato Arno, che hanno lanciato un appello a manifestare proprio mercoledì a Nantes contro lo spettacolo di Dieudonné.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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