La lezione di Angelo Vassallo, un altro sud
Mercoledi 15 Settembre 2010 alle 20:35 | 0 commenti
Rassegna.it - Sindacalisti, politici, magistrati, esponenti della società civile rendono omaggio al sindaco di Pollica assassinato dalla camorra. E danno voce a un'altra idea del Sud: uno sviluppo compatibile con l'ambiente, il rispetto del territorio e della legge
di Giovanni Rispoli
Una vigilia inquieta, questa della manifestazione organizzata dalla Cgil Campania e dalla Cgil di Salerno ad Acciaroli, frazione di Pollica e perla del Cilento, per ricordare - a dieci giorni dal suo assassinio - il sindaco Angelo Vassallo.
La molotov che stanotte è stata lanciata contro l'hotel Girasole, un passo dall'albergo in cui la confederazione ha organizzato il suo appuntamento - preceduto dalla deposizione di una corona sul luogo in cui Vassallo è caduto - è un segnale chiarissimo: la camorra - o il temporaneo consorzio d'impresa tra camorra e 'ndrangheta creato in questo lembo di Campania - non ha nessuna intenzione di abbandonare la presa.
E lo si capisce bene, venendo giù da Salerno per la statale stretta tra mare e montagna. La luce tenue delle prime ore, i colori ancora morbidi che ti s'imprimono nella retina, e i compagni accanto che ti riportano alla brutta prosa di questo tempo, dicendoti di un Cilento altro, che le organizzazioni criminali non hanno ancora devastato ma su cui hanno messo di sicuro gli occhi. Ma ad Agropoli c'è la camorra? E quell'edificio che stanno costruendo ad Agnone? E perché Via degli Amici? Segnali, crepe che si aprono in una terra assediata, esposta alle incursioni di una mafia di cui il sindaco Vassallo, con i suoi progetti, le sue opere, e una rigorosa pratica amministrativa, era nemico irriducibile.
Con le sue opere, dicevamo: non solo protocolli d'intesa, non solo accordi istituzionali - atti per carità importanti, che uomini di buona volontà pazientemente cesellano, accorgendosi qualche tempo dopo, magari, che restano inevitabilmente materia per gli archivi -; ma progetti, e idee concretamente poste in essere, di un diverso modello di sviluppo - lo hanno sottolineato un po' tutti gli interventi, ricordiamo fra gli altri quello di Franco Tavella, segretario generale della Cgil di Salerno, Raffaele Marino, procuratore aggiunto di Torre Annunziata, Antonio Valiante, vicepresidente del consiglio regionale della Campania, don Tonino Palmese di Libera -, la capacità di tenere assieme le radici con la modernità , la consapevolezza che salvaguardia dell'ambiente significa turismo di qualità , e turismo di qualità - per uscire dallo slogan - è molto semplicemente evitare lo scempio che si può vedere più a sud, dire no ai palazzi sul mare, alla cementificazione della collina, all'esportazione dei miti e riti del disgraziatissimo hinterland napoletano sulla costa del Cilento; e, al contrario, uno sviluppo dolce, in cui la risposta alla domanda di chi cerca ospitalità possa essere realizzata rispettando la propria terra, senza sporcarla, e poter alzare poi, con orgoglio, un bicchiere d'acqua, d'acqua di mare limpida, pulita - come fa vedere la foto del sindaco distesa oggi sulla vecchia torre di Acciaroli -.
E ancora, un nuovo centro storico, a Pollica, e le attività nel castello; e il porto turistico, rigorosamente in mano pubblica; e la dieta mediterranea - su cui proprio qui, a Pioppi, un'altra frazione di Pollica, si è cominciato a riflettere in maniera scientifica e che l'Unesco, a novembre, dichiarerà probabilmente patrimonio dell'umanità -. E il progetto di "energizzazione pulita", il migliore presentato in Campania - ha ricordato Valiante -, esempio concreto, fra l'altro, di come sia possibile trovare nuove risorse che potenzino l'autonomia delle istituzioni locali, oggi mortificata dal governo della destra.
Un modello di sviluppo alternativo a quello dominante, un maniera fattiva per promuovere insieme una cultura della legalità .
Si è molto parlato, al riguardo, durante l'incontro di stamani, del rapporto tra ordinario e straordinario. E non c'è dubbio che l'ordinarietà dell'impegno dello Stato, in materia, dovrebbe essere un fatto assolutamente normale. Ma di quale ordinarietà si può discutere, ha osservato il procuratore Marino, se i carabinieri di Acciaroli hanno solo un'auto e la procura di Vallo della Lucania è del tutto priva di mezzi? Tutto questo, fra l'altro, lo ricordava Claudio Giardullo, segretario generale del Silp, in una situazione in cui le organizzazioni criminali tornano ad accanirsi contro chiunque cerchi di fare il proprio dovere, come dimostrano i molti attentati che hanno punteggiato l'estate, in un crescendo culminato purtroppo nell'assassinio di Vassallo.
Legalità come controllo del territorio da parte dello Stato e più in generale come cultura del rispetto delle regole, come educazione al rispetto delle regole. Un tema che fa tutt'uno con un'idea diversa del rapporto con l'altro, della relazione tra le persone, tra le comunità , tra le diverse aree del paese, rispetto a quello che il berlusconismo in questi anni ha predicato. È stato il centro delle conclusioni di Susanna Camusso. "La legalità è la condizione per cui siamo cittadini e non sudditi", ha detto la vice segretaria generale Cgil. Senza legalità non c'è eguaglianza, prevale la sopraffazione: il portato di una cultura che vede nell'altro un nemico, qualcuno di cui diffidare, da cui bisogna solo difendersi. Questo è il male che oggi ha di fronte il paese. Ed è un male che vive soprattutto il territorio: "Perché in fabbrica non c'è il razzismo, perché ce lo ritroviamo fuori? Perché la solidarietà , che la comune identità di lavoratori assicura in azienda, nel territorio si rompe, con una scissione drammatica tra cittadino e lavoratore".
La Cgil offre un messaggio diverso. Sostiene ad esempio la necessità di un uso efficace delle risorse, nella consapevolezza che la politica della lesina crea disastri ulteriori - perché poi nella crisi favorisce la circolazione di capitali illegali, la crescita dell'economia cattiva -; e lavora "per tenere insieme presidio del territorio, legalità , rispetto delle regole, qualità dello sviluppo, promozione dell'istruzione pubblica e obbligatoria". Il messaggio che ci affida il Cilento, è la conclusione, è "un'idea di sviluppo che non guarda alla rapina di un giorno, ma alla prospettiva, al domani". Il modello di Angelo Vassallo; un modello in cui l'identità , la difesa del proprio patrimonio culturale, non è chiusura ma confronto e apertura al mondo. Il contrario della predica, e della pratica, leghista: la Padania che non c'è, da un lato - l'invenzione della Padania -, la campagna veneta ridotta a un solo, ininterrotto filare di capannoni industriali dall'altro.
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