La lettura rende liberi: Sbrollini lavora a un progetto di legge per l'educazione dei carcerati
Lunedi 15 Luglio 2013 alle 15:12 | 0 commenti
 
				
		On. Daniela Sbrollini, PD - «Oltre alla formazione professionale, dobbiamo lavorare sull’educazione dei detenuti» afferma Daniela Sbrollini in risposta alle parole del Presidente di Confindustria Zigliotto. «Dobbiamo combattere l’immagine del carcere inteso come discarica sociale. La pena detentiva deve guardare al futuro traducendosi in rieducazione e in efficace reintegrazione civile.
Per           questo sto lavorando           ad un progetto di legge che riprende una campagna governativa           brasiliana con la           quale la Presidente Rousseff ha introdotto uno sconto di pena           per i detenuti           che seguono un programma di lettura - organizzato e gestito da           personale           competente –. Per ogni libro letto segue l’obbligo di           relazione e comprensione           del testo. La lettura arricchisce, amplia           la propria cultura, ma anche la propria mente. Leggere è utile           anche per conoscere           il mondo che ci circonda, oltre che per imparare la lingua –           penso ai detenuti           stranieri -. Naturalmente si tratta di sconti di pena lievi,           qualche giorno           per ogni libro letto, con un tetto massimo di letture           annuali».
       «Questa           idea – continua Sbrollini - nasce dall’esigenza di           interrogarsi           sull’adeguatezza della capacità rieducativa delle nostre           carceri, dove in una           situazione di emergenza sovraffollamento e di fatiscenza degli           ambienti, sono           minate già in partenza le migliori intenzioni ed esperienze           che in tale           contesto si possono sviluppare, senza contare i seri rischi in           termini di           salute e i danni in termini di diritti.  La pratica della           formazione           professionale e dei cicli di lavoro per i detenuti, come           insegna Guerrino Tagliaro, presidente           della cooperativa vicentina “Saldo&Mecâ€, è ottima. In tal           modo, i lavoratori detenuti, una volta           fuori dal carcere, hanno da spendere un piccolo gruzzoletto           oltre che una           professionalità. Tuttavia, questa pratica ha bisogno di essere           affiancata e           supportata da programmi che guardino all’educazione e alla           cultura».
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