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Lega veneta frena sul partito unico del cdx: «no agli opportunisti». Rucco favorevole alla prospettiva ma su base nazionale

Di Rassegna Stampa Sabato 1 Settembre 2018 alle 12:25 | 0 commenti

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Partito unico del centro destra da tradurre con Lega pigliatutto? La prospettiva fin qui teorica, in queste ore, si fa più concreta. Complice la spada di Damocle dei sequestri sui conti del Carroccio per cui si attende il pronunciamento dei magistrati genovesi il prossimo 6 settembre.Tutto sembra congiurare per un epilogo unitario, una svolta che accolga sotto l'ala del Carroccio - e l'apertura alare è forte di un 30% nei sondaggi - di tutti i reduci della coalizione di centro destra, a partire da Forza Italia. E il Veneto non fa eccezione. «Sono in molti a voler salire sul Carroccio ora» sintetizza Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regiona

E nella sintesi c'è un po' tutto: la conferma che i movimenti sotterranei (e neppure troppo), le manovre di avvicinamento ci sono già. E però c'è anche un pizzico di diffidenza che la Liga veneta non nasconde affatto. Nicola Finco, capogruppo del Carroccio a Palazzo Ferro Fini non cerca perifrasi: «Ci possiamo allargare, certo, ma a patto che non si diventi il ricettacolo di quei politici locali falliti in cerca di una collocazione».

Nei giorni scorsi si sono fatte più insistenti le voci che davano il neo sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, molto vicino alla Lega. L'estrazione di centro destra è la stessa, certo, ma Rucco rivendica con forzala sua scelta di campo in una lista civica: «Ho già avuto un'esperienza in passato nel Pdl, non a caso ho preferito un diverso approccio per il lavoro sul territorio. Se poi ragioniamo in un'ottica nazionale credo che un panorama tripartito - centrodestra, M5s e centrosinistra potrebbe semplificare la vita agli italiani».

Un'altra vicentina, Elena Donazzan, unico assessore regionale di FI (di cui è voce critica da tempo) invece, ha sposato la causa di un partito unico da mesi. E ieri lo ha ribadito: «Il tempo è cambiato, i temi sono cambiati e l'elettorato vuole chiarezza. Da tempo lavoro a questa semplificazione perché nella testa e nelle scelte elettorali gli italiani vogliono un cambio di passo. Il centrodestra per essere credibile deve rifondarsi». Immancabile la stilettata al suo partito: «Se Forza Italia non capirà che l'interesse nazionale va sopra le risse di maniera contro il governo, che verso l'Europa bisogna mostrare i muscoli, regalerà alla Lega definitivamente quei milioni di elettori che l'ultima volta non ci hanno votato».

Dall'analisi politico-ideologica al più stringente pragmatismo: lo spettro delle posizioni sul partito unico preconizzato da Salvini è molto ampio. Massimiliano Barison consigliere regionale eletto con FI e poi passato a FdI, lo spiega con chiarezza: «Partito unico? Dipende da qual è la legge elettorale. Se il premio di maggioranza andrà al partito e non alla coalizione, allora per battere il M5s non c'è dubbio, serve». E a proposito di ex, per Andrea Bassi, consigliere regionale del Centro destra Veneto, tosiano di ferro che ha lasciato il Carroccio proprio dopo l'espulsione di Tosi, la ratio sembra essere la stessa: «La legge elettorale di cui si parla spinge in questo senso e, piaccia o non piaccia, Salvini è la dimostrazione che i leader non si scelgono a tavolino ma sono scelti dal popolo». Un altro ex tosiano di Palazzo Ferro Fini, Maurizio Conte, mette, invece, le mani avanti: «Se il partito unico è una Lega che fagocita tutto no, non ci sto».

Il vertice della Lega in Veneto, Toni Da Re, taglia corto: «Il partito unico c'è già e si chiama Lega, per quanto mi concerne. Quanto all'idea di inglobare altre forze, credo che il dna italico non vada in quella direzione, non ci sono riusciti neppure con il Pentapartito...».

Finco calca la mano: «Se non si arriverà ai sequestri la Lega andrà avanti così, ma se come sembra la magistratura continuerà con questo accanimento, potrebbe nascere un nuovo soggetto. Purché non ci entrino cani e porci, troppo facile adesso schierarsi con Salvini. Quando eravamo al 3% qualche alleato di FI ci sputava in faccia».

La linea dei leghisti veneti è chiara e la spiega bene Ciambetti: «In questo momento abbiamo tantissime richieste ma la forza del movimento è la militanza territoriale che va rispettata, non annacquata».

Di Martina Zambon, da Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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