La Lega Nord e il suo odio verso il pensiero e gli intellettuali
Martedi 26 Luglio 2011 alle 01:10 | 0 commenti
 
				
		Gianluca Busato, Pnv - Tra i vari danni che la lega nord ha portato finora nel quadro politico veneto, il più grande è stato un'avversione generale per il pensiero (nella foto una sua rappresentazione), nella più profonda delle sue accezioni. Tale aspetto è ben rappresentato in particolare dall'odio che spesso viene rivolto anche e soprattutto a livello personale verso gli intellettuali. L'odio si manifesta a volte invece con forme abiette di guerra al pensiero, quali la censura, o la disinformazione, che manifestano l'incapacità di argomentare da parte di chi le esercita e che quindi tentano di vincere il confronto per loro impari attraverso un'autentica violenza culturale.
Intendiamoci, io non mi ritengo proprio un intellettuale, magari lo  fossi! Però nutro una profonda stima verso chi ha sacrificato anni della  propria vita allo studio e alla passione per le arti liberali, per la  scienza, per l'umanesimo, per la filosofia e per ogni aspetto dell'umana  sete di sapere.
Un partito che invece rifiuta a priori l'apporto del  pensiero è destinato a morte certa, oppure, peggio, al controllo di  altri centri di potere occulti che lo possono usare come taxi per il  raggiungimento dei propri obiettivi difficilmente confessabili.  Molti  mi accusano di citare la lega troppo spesso, oppure dicono che sembro  avercela con quel partito in modo esagerato. In realtà, la mia  constatazione è che noi veneti viviamo in una condizione di schiavitù  economica, sfruttati come e più della più sfruttata tra le colonie  africane. La motivazione di tale oppressione è da cercarsi sicuramente  in una componente culturale indotta dallo stato centrale, che attraverso  il controllo ferreo dell'istruzione e dell'informazione finora ha avuto  buon gioco a manipolare le giovani (e le vecchie) menti al patriottismo  di plastica, mai così evidente come in questi ultimi anni, in cui  l'ubriacatura tricolore ha raggiunto punte ridicole toccate solo dal  ventennio fascista.
 Ma è altrettanto evidente che lo strumento  operativo attraverso il quale ciò è possibile è il controllo  dell'opinione pubblica e in particolare del voto. Esso avviene per mezzo  dei partiti e in Veneto per mezzo della lega nord. Il motivo per cui  diventa fondamentale non perdere occasione per svergognarli è proprio  questo: far sapere ai veneti che il mezzo attraverso il quale si  esercita la propria schiavitù è proprio quel partito, che guarda caso è  impermeabile all'influenza degli intellettuali, perché solo così può  essere controllato e addomesticato dai poteri forti che ci derubano  quotidianamente.
 Tale sforzo di denuncia comporta alcuni effetti  collaterali, tra i quali l'avversione di alcune persone che sono  affettivamente e comprensibilmente legate alla lega e ai suoi esponenti  locali. Ma l'avversione cade di fronte alla proposta politica di Veneto  Stato che è incommensurabilmente superiore.
 Se ciò è stato possibile  è perché, nella creazione del progetto, i padri fondatori del pensiero  politico veneto moderno hanno saputo e voluto coinvolgere proprio gli  intellettuali, aprendosi al pensiero e dotando così l'organizzazione  politica indipendentista degli anticorpi fondamentali per resistere al  controllo di organizzazioni esterne.
 Grazie all'identificazione di  principi base e fondanti, abbiamo quindi potuto fissare e cementare la  base solida e ferma su cui poi si sarebbe svolta l'azione politica  indipendentista. Non temiamo più nessuno e niente, oggi.
 A livello  organizzativo abbiamo saputo inoltre concepire una struttura reticolare e  non verticistica che ci assicura una resilienza unica.
 Tale  struttura è addirittura indipendente dalla stessa sopravvivenza di  Veneto Stato. Se forze centrifughe ad esempio un domani dovessero  emergere, esse avrebbero poca fortuna, perché non distruggerebbero il  pensiero e le idee da un lato né scardinerebbero l'esistenza stessa di  un'organizzazione a rete che può tranquillamente sostituire un nodo con  un altro, o anche sostituire un supernodo, come un partito, se  necessario.
 Questa è la ragione fondamentale per cui un Veneto Stato  indipendente potrà eventualmente ritardare di qualche tempo la propria  comparsa, di fronte ad avvenimenti particolari, ma farà senz'altro la  sua comparsa nel proscenio degli stati del mondo, in un tempo più breve  di quanto si possa immaginare.
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