La Grande Guerra dei Piccoli Uomini, sul Grappa i giovani trasformati in piccoli soldati
Sabato 4 Ottobre 2014 alle 15:11 | 0 commenti
Fuori Classe - Hanno simulato davvero tutto. Compreso il minestrone mangiato in trincea e il goccio di grappa bevuto per scaldarsi. Ventiquattro ore immersi nelle zone del bassanese che hanno fatto la storia del primo conflitto mondiale per conoscerne il dramma, comprenderne la gravità e scoprire l’importanza della pace attraverso il gioco.
A un secolo dallo scoppio della grande Guerra, Fuori Classe, l’associazione sportiva che raggruppa quasi tremila ragazzi iscritti ai centri EnAip del Veneto, ha proposto un’occasione formativa che attraverso un grande gioco di ruolo ha portato alla scoperta della storia del Monte Grappa e del primo conflitto mondiale. Una quarantina di giovani provenienti da tutta la regione, hanno svolto una ricerca attiva tratta dal romanzo “L’Angelo del Grappa†dello scrittore bassanese Loris Giuriatti.Â
Abbandonati cellulari, tablet, facebook e ogni tecnologia i ragazzi si sono mossi sul territorio del Grappa simulando una rappresentazione di come vivevano i soldati durante il conflitto. Un’attività culturale e ludico-sportiva che ha visto coinvolti anche i formatori che si sono adoperati per riprodurre fedelmente le condizioni che i nostri nonni hanno vissuto in quei mesi. Gli studenti si sono mossi a cavallo e in bicicletta, hanno attraversato a piedi i luoghi più suggestivi e si sono trovati a vivere la trincea come durante la grande guerra. Così oltre al classico piatto di minestra mangiato dentro le gavette, hanno potuto “scaldarsi†con un goccio di grappa. Come cento anni fa, si sono addentrati nei luoghi più suggestivi della Grande Guerra e attraverso il racconto del libro “L’Angelo del Grappa†hanno risolto il mistero del Caporale Antonio Zicchi, disperso sul Monte nell’autunno del 1918. Una rappresentazione teatrale a cielo aperto, con la visita alle fortificazioni delle trincee, che ha permesso di inquadrare i fatti salienti della guerra nel bassanese, attraverso la visita alla caserma Milano e alla galleria Vittorio Emanuele III. un’occasione per comprendere il grande dramma di quei giorni e per coltivare in maniera attiva i concetti di pace e fratellanza.
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