La Fiom berica in marcia su Roma: è crisi nera
Giovedi 16 Maggio 2013 alle 18:58 | 0 commenti
I numeri della crisi peggiorano di mese in mese, sia a livello nazionale sia in terra berica. Le istituzioni debbono concentrarsi sul lavoro invece che svilirlo puntando sulla precarizzazione. Ed è in questo contesto che i lavoratori della Fiom Cgil hanno deciso una manifestazione nazionale Roma in programma il 18 maggio e alla quale è prevista una nutrita delegazione di metalmeccanici locali.
Questa mattina alle 11,30 Maurizio Ferron e Morgan Prebianca (in foto da sinistra a destra), rispettivamente segretario generale e segretario di Fiom-Cgil per il vicentino hanno fatto il punto sul piano organizzativo. Saranno sei i pullman alla volta della capitale provenienti da Lonigo, Montecchio Maggiore, Bassano, Schio e Thiene per un rendez-vous generale pianificato in ultima battuta a Vicenza davanti gli uffici della Valbruna venerdì 17 maggio alle 23.45.
Al di là delle questioni organizzative però i dirigenti sindacali si dicono "preoccupatissimi". Le statistiche dell'Istat indicano "un chiaro, progressivo e costante impoverimento della classe lavoratrice" che vede restringere i margini per una esistenza serena a scapito delle cure mediche, dell'istruzione, della formazione e dei consumi a fronte di una ricchezza nazionale «che per il 50% è nelle mani del 10% della popolazione».
Altrettanto chiari sono i dati per il Vicentino in cui nel primo quadrimestre 2013 "la cassa integrazione straordinaria fa un balzo in avanti rispetto al medesimo periodo dell'anno passato pari ad un più 73%". Più 54% è il dato invece relativo alla cassa ordinaria e + 24% è quello alla cassa in deroga. Questo almeno dicono le elaborazioni della Cgil sui dati forniti dalla agenzia regionale Veneto Lavoro. "La quale però - denunziano i due - da mesi ha smesso di fornire statistiche sui licenziamenti in seno alla piccola impresa". E se per la grande sino al marzo 2013 i licenziamenti erano stati 515 il dato, sconosciuto al momento, potrebbe valere quattro volte tanto. Così stima l'organizzazione di via Vaccari che rimarca anche un altro fattore. Se nel 2008, all'inizio della crisi, su cento addetti che perdevano il lavoro 76 lo ritrovavano entro un anno a condizioni più o meno assimilabili, nel 2012 la quota è scesa a 35. "È giunto il momento - sottolinea Ferron - di investire sia con fondi privati sia con fondi pubblici in opere realmente utili. Niente cose come la Spv o altre cattedrali nel nulla e sì ad investimenti locali a partire dalla innovazione sino alla difesa del territorio sul piano idraulico e idrogeologico. Inoltre ove necessario vanno ridotte le ore di lavoro per permettere di evitare i licenziamenti. I contratti di solidarietà vanno utilizzati di più e meglio".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.