La fiera della vacuità
Venerdi 4 Ottobre 2013 alle 17:17 | 0 commenti
Ormai il caso fiera è diventato un terreno di scontro da urlo in cui i protagonisti della contesa hanno cominciato a suonarsele di santa ragione. Nella sonnolenta, curiale e ipocrita Vicenza, un po' di sangue, politicamente parlando, ci voleva. Oggi sul Corveneto a pagina 7 è stato il turno di Giuseppe Zigliotto, che incazzato per critiche recentemente ricevute dal presidente della provincia Attilio Schneck, ha reso a quest'ultimo pan per focaccia.
Andando nuovamente a sfruculiare gli altarini dei costi della spa di Vicenza Ovest e facendo illazioni pesanti sullo stato dei conti della società . Ipotizzando che uno come Zigliotto difficilmente vada a mettere il sedere sulle pedate, è chiaro che parli carte alla mano. Ora, considerando la gravità delal situazione l'unico soggetto che più di ogni altro ha i titoli per aprire tutte le pagine del cahier fiera sarebbe il consiglio comunale di Vicenza. Il quale però ha trovato sulla sua strada il presidente pro tempore Stefano Stenta il quale ha subito fatto capire che nelle spese dell'ex ente nessuno può metter becco. Poco importa che sul piano giuridico abbia detto una cazzata, al momento nessuno ha sollevato la testa per farglielo notare. Ma se l'aria dovesse cambiare, da quei cassetti potrebbero venire fuori carte imbarazzanti. Al momento a difendere il fortino appena conquistatao dal direttore generale Roberto Facco ci sono il sindaco Achille Variati, il commissario pro tempore della provincia Attilio Schneck (Lega), un pezzo degli artigiani e due pezzi da novanta di Assindustria Vicenza, vale a dire Gemmo e Maltauro.
Sul fronte opposto si è creato un inedito schieramento che va dalla base di Confindustria (per capirci quei piccoli che da anni si lamentano dello strapotere dei big e che mai li contestano apertamente), alla triplice fino al Pd, alla lista Dal Lago e al M5S: ognuno con percorsi politici e mentali diversi ovviamente. Per certi aspetti la situazione ricorda la strana alleanza di qualche anno proprio l'allora presidente della provincia Manuela Dal Lago e la eurodeputata forzista Lia Sartori (arcirivali storiche) siglarono per imporre alla fiera scelte politiche, che poi si traducono in chi dice l'ultima in materia di appalti e affidamenti. Oggi più o meno sta accadendo lo stesso. Sarà da vedere se stavolta qualche cassetto sarà aperto, perché allora si sbraitò tanto sui giornali ma la trasparenza finì come al solito in latrina: sostanza nulla, solo una fiera della vacuità .
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