La cretinata ecologica
Giovedi 25 Febbraio 2010 alle 15:54 | 0 commenti
Diciamocelo chiaro: questa domenica padana senz'auto è l'ennesima, inutile, insulsa e retorica cretinata. Dice: ma ha un valore pedagogico. Perché, cosa siamo noi cittadini, dei minorenni anzi minorati mentali, bisognosi dell'autorità pubblica che ci fa da maestrina sui danni dello smog per l'ambiente e per la nostra salute? Da decenni siamo inondati di allarmi - sacrosanti - sull'aria inquinata, sui suoi disastrosi effetti sul ciclo dell'acqua e sui nostri polmoni. Dice: serve a farci scoprire i vantaggi di lasciare la macchina in garage per andare a bici, a piedi o usare i trasporti pubblici. Ma l'automobile privata, coi ritmi frenetici e l'obbligo della comodità cui siamo sottomessi dall'economia della sovrapproduzione, resterà sempre il mezzo preferito. Almeno fino a quando non cambieremo registro, cioè sistema. Negarlo è ipocrita. Dice (lo ha sostenuto l'assessore all'ecologia Toni Dalla Pozza): è un segnale politico di cento città , fra cui grandi metropoli asfissiate dalle polveri sottili come Torino e Milano, verso uno Stato che finora si è limitato agli annunci e alle promesse.
E di quali strumenti magici disporrebbe, questo Stato-madre anzi matrigna, per non abbassare un'emissione di gas venefici prodotta in misura maggiore non dai tubi di scappamento in fila al semaforo ma dalle caldaie domestiche e dalle ciminiere delle fabbriche? Risposta: incentivi, defiscalizzazioni, tasse ecologiche. Sulla tasse ci permettiamo di dubitare possa esserci un governo che vi fa ricorso massiccio come sarebbe necessario. Quanto alle incentivazioni, siamo più che certi che non sarebbero sufficienti: le casse statali non potrebbero permettersi esborsi per un problema come l'inquinamento (mentre vengono allegramente rapinate per soccorrere quelle industrie ultra assistite, poverine, come la Fiat). Perché, su, l'aria mefitica che respiriamo è un falso problema. Purtroppo. E per due ragioni. La prima è che è considerato tale dalla politica, che lo sfrutta solo per mostrarsi vigile e saggia quando poi, nel concreto, non fa assolutamente nulla di serio per risolverlo. La seconda è che non si vuole aggredire le cause profonde del male. Queste cause risiedono nel meccanismo industrial-capitalistico che su ogni considerazione umana e ambientale privilegia la crescita del Pil, a cui il consumo di petrolio contribuisce potentemente. I cosiddetti riformisti di destra e di sinistra che ci rintronano le orecchie col ritornello delle "riforme strutturali" si guardano bene anche dal solo concepire quelle poche misure che cambierebbero le condizioni, queste sì strutturali, del nostro folle modo di vivere. E intanto ci rompono i coglioni vietandoci l'auto alla domenica, per molti anzi troppi l'unico giorno libero dalla schiavitù del lavoro.
Alessio Mannino
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