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La Consob aumenta la pressione sulle popolari venete
Domenica 10 Maggio 2015 alle 15:27 | 0 commenti
Azioni, prezzi e aumenti di capitale: la Consob aumenta la pressione sulle popolari venete. Da un lato l’avvio, il 22 aprile, dell’ispezione in Popolare di Vicenza; dall’altro, in Veneto Banca, i nuovi passi su quella in corso da gennaio, con un’indagine tra i soci attraverso un questionario di sei pagine. Rischiano di rivelarsi un vincolo sempre più pesante sulle mosse già difficili delle due popolari venete, tra passaggio a spa e fusioni, i possibili effetti delle ispezioni che l’authority di controllo sulle società sta conducendo a Vicenza e Montebelluna.
Verifiche sui nervi scoperti delle azioni illiquide, del loro prezzo e collocamento, che hanno tenuto banco nelle assemblee dei soci. E che partono, nel caso di Vicenza proprio all’indomani di quest’ultima, l’11 aprile. A Vicenza, dove la popolare affronta un momento difficilissimo. Con la dichiarazione ai sindacati, l’altro ieri, di un piano industriale con 200 esuberi e 150 filiali da chiudere. Numero pesante, se raffrontato alle 654 totali: equivarrebbe chiudere una sede su cinque. Soprattutto, a Vicenza, c’è da affrontare il nodo delle dimissioni dell’amministratore delegato Samuele Sorato, nel decisivo cda convocato martedì. Che potrebbe anche rigettare le dimissioni, pur se la prospettiva pare a questo punto remota, mentre a Vicenza già si parla dell’ipotesi di un ritorno dell’ex direttore generale Divo Gronchi, che dal 2011 guida la toscana Cassa di San Miniato. Il terremoto Sorato si è messo in moto all’improvviso l’altro ieri. Risultato di una pressione sempre più forte della vigilanza Bce su Vicenza, in un’escalation partita dagli stress test 2014 e passata per le pesanti pulizie di bilancio, chiuso nel 2014 con perdite record di 758 milioni. Pressione che si sarebbe tutt’altro che arrestata, di fronte alle due ispezioni del 26 febbraio (in corso) e del 13-17 aprile. Un quadro rispetto al quale Sorato si sarebbe trovato in prima linea e sempre più esposto, dopo la sua nomina, a febbraio, ad amministratore delegato, e quindi nel ruolo di interlocutore con i pieni poteri operativi di fronte a Francoforte. Ispezioni che ora s’incrociano con quella Consob. Che ha al centro il nodo della correttezza del collocamento delle azioni non quotate della banca ai risparmiatori, le procedure di definizione del prezzo (appena svalutate del 22% da 62,5 a 48 euro) e la gestione degli ordini di vendita dei soci. E che, secondo alcune interpretazioni, avrebbero fatto emergere, pur in soli 20 giorni, ulteriori decisive criticità , che avrebbero inciso sull’ultimo terremoto. Dubbi e voci che forse il cda di martedì potrà chiarire. Ma che la verifica Consob sia tutt’altro che routine lo si vede in controluce a Montebelluna. Dove l’ispezione partita a gennaio è ancora in corso è sta producendo in questi giorni una novità di rilievo. Nelle case dei risparmiatori sta arrivando per posta un questionario di sei pagine della Consob, inviato dalla divisione Ispettorato, ufficio ispezioni su intermediari e mercati; che chiede di rispedirlo in 15 giorni. Si tratta di 22 domande su compravendita delle azioni, anche attraverso l’aumento di capitale o la conversione del prestito convertibile dello scorso anno, che giunge anche ai potenziali nodi critici. Il questionario, inviato ai titolari di conti deposito di Veneto Banca in cui ci siano azioni, chiede ad esempio se l’acquisto sia avvenuto per avere le agevolazioni sui prodotti per i soci o in cambio di altre sottoscrizioni, dai finanziamenti, anche indiretti a familiari o società , alle obbligazioni. Chiede poi se siano state avanzate richieste di vendita. Qui ci si concentra su eventuali proposte dei funzionari di non formalizzare la richiesta, a fronte di soluzioni alternative. E il questionario batte di continuo sulla responsabilità dei funzionari nel far presente i rischi di un investimento in titoli non quotati, compresa la caduta del prezzo e la procedura di definizione. Un tema, quello delle responsabilità dei bancari, sui cui i sindacati hanno già messo le mani avanti sia a Montebelluna («In caso di azioni di responsabilità da parte di clienti e azionisti, l’azienda dovrà farsi carico delle spese legali», dice una nota congiunta dei sindacati del 13 aprile) che a Vicenza: «I colleghi», dice una nota del 21 aprile, devono essere sollevati «da ogni eventuale responsabilità attribuibile a prassi commerciali più o meno discutibili».
di Federico Nicoletti dal Corriere del Veneto
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