La comunità bengalese unita è un bene per gli immigrati e per Montecchio
Sabato 25 Giugno 2011 alle 15:26 | 0 commenti
Khan Mahadi Hassan, Presidente Commissione Elettorale Bengalesi - Le vicende di cronaca di un paio di mesi fa hanno portato alla ribalta degli scontri all'interno della comunità bengalese dopo anni di quieto e laborioso vivere nella provincia di Vicenza ed in particolare a Montecchio. E' giusto che la magistratura compia tutte le verifiche necessarie e accerti eventuali responsabilità di colore che possono aver infranto la legge. Ma non possono essere buttati via decenni di pacifica convivenza e operosa presenza delle migliaia di bengalesi che vivono e lavorano in provincia di Vicenza.
A Montecchio poi rappresentiamo una parte preponderante dei 4.362 stranieri su 23.857 residenti del Comune pari al 18,28% (e in questo numero vi sono circa 1200 minorenni!), siamo una parte importante di questa comunità . Ci dà molto da pensare che una comunità così nutrita e pacifica per anni e anni possa improvvisamente essere indicata, come ha fatto in modo non proprio velato il Sindaco di Montecchio, come potenziale pericolo per le "risse" che si sono verificate. Si tratta di un paio di episodi circoscritti sui quali verranno accertate le responsabilità , ma quale continuerà ad essere la vita di migliaia di donne, bambini e lavoratori bengalesi che onestamente vivono e lavorano in provincia e soprattutto a Montecchio? Quale pace ci può essere quando ci restringono le norme per l'idoneità alloggio? Quale quieto vivere se ci si vuole obbligare con le carte bollate a scrivere tutte le nostre comunicazioni anche in italiano, notificandole con debito anticipo al comune di Montecchio? Quale serenità se si intensificano le verifiche della forza pubblica di notte senza fondati motivi? Anche le numerose perquisizioni effettuate in modo diffuso dopo la rissa di due mesi fanno hanno dato esito negativo. I bengalesi anche a Vicenza e a Montecchio sono onesti e vogliono essere parte integrata della comunità in cui vivono. Ci sarà una ragione se nel corso di tutti i cinque anni della precedente amministrazione non si è verificato alcun episodio analogo! Forse perché il Sindaco Scalabrin e l'assessore Pilati cercavano il dialogo e la costruzione di una convivenza civile, invece di renderci ancora più impervia un'esistenza, quella dell'emigrato ben nota a molti italiani, già di per sé dura tutti i santi giorni?
Anche per questo è necessario che la comunità bengalese al più presto si riunisca per nominare il suo direttivo e il suo presidente provinciali, altrimenti manca quel momento di unità e di coordinamento che permette ad una comunità così numerosa di avere una voce unica e rappresentativa.
Per questo noi della commissione elettorale regolarmente eletta a gennaio scorso proponiamo di riconvocare le persone più rappresentative della nostra comunità bengalese, senza escludere nessuno, facendo dialogare le diverse parti che erano entrate in contrasto, individuando un gruppo di persone che fungano da garanti di tutto il percorso che ci può portare alla nuova elezione del direttivo e presidente provinciali della comunità . Questo gruppo di garanti dovrebbe essere composto da persone di specchiata onestà e correttezza che si sono distinte nell'attenzione alle problematiche dell'immigrazione e che non siano di nazionalità bengalese. Questo percorso non può più aspettare, ne ha bisogno la comunità bengalese, ma anche tutta la comunità degli stranieri e degli immigrati perché è importante il contributo che noi possiamo dare, se uniti, al percorso di integrazione nelle comunità in cui viviamo della provincia di Vicenza.
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