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La chiamata diretta dei docenti: i dubbi di Giorgio Guerra, dirigente a Recoaro e Schio

Di Federica Ceolato Domenica 18 Marzo 2012 alle 19:18 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 230
Mentre le scuole vicentine stanno decidendo se aderire o meno in via sperimentale al progetto ministeriale di valutazione di docenti e dirigenti, la proposta della Lombardia della chiamata diretta non sembra risolvere il problema del reclutamento.

La Regione Lombardia ha, di recente, proposto di consentire la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi attraverso un concorso, per titoli ed esperienze, sui posti disponibili, scavalcando in tal modo il meccanismo delle graduatorie attualmente vigente.

Obiettivo della proposta, secondo quanto sostenuto da Valentina Aprea, neo assessore regionale all'Istruzione, sarebbe quello di avvicinare il sistema scolastico statale ad un modello basato su fiducia, responsabilità e libertà, riconoscendo la piena autonomia di scelta degli insegnanti per garantire la qualità dell'insegnamento. Il progetto partirebbe in forma sperimentale e verrebbe applicato solo per le chiamate dei supplenti annuali. Mentre il Ministro Profumo si dice interessato all'avvio della sperimentazione, sindacati e forze politiche di sinistra obiettano sull'incostituzionalità del provvedimento e molti precari della scuola si stanno mobilitando per rivendicare i diritti acquisiti in anni di sacrifici.
«Sono troppe sono le complicazioni a livello normativo che questa proposta incontrerebbe se attuata, seppur in forma sperimentale - spiega Giorgio Guerra, dirigente scolastico dell'Istituto alberghiero "P. Artusi" di Recoaro Terme e dell'Istituto Professionale "G.B. Garbin" di Schio - e, soprattutto, non credo sia questo il principale problema della scuola oggi. Si parla di autonomia, ma la scuola dovrebbe poterlo essere concretamente, non solo a livello organizzativo e didattico, ma soprattutto finanziario. Per assumere direttamente un docente che garantisca qualità dell'insegnamento dovrebbe essere prevista la possibilità di valutarlo sul campo. Per questo suggerirei piuttosto di mettere alla prova i docenti in classe, affiancati da un tutor esperto durante l'anno scolastico e valutati al termine dell'incarico annuale da una commissione ad hoc. Attualmente è previsto un anno di prova, ma per gli insegnanti che entrano di ruolo, e che, quindi, sono già assunti dall'istituzione».
A monte, perciò, si pone un'altra importante questione, quella della valutazione degli insegnanti, che incontra il parere sfavorevole di molti di loro e che tanto fa discutere in questi giorni fuori e dentro le scuole. «Gli stessi dirigenti scolastici, non solo i docenti, dovrebbero essere valutati in funzione dei risultati raggiunti. In altri Paesi europei è la normalità, in Italia il tentativo di introdurre un sistema di valutazione nelle scuole da parte del ministro Berlinguer nel 2000 gli costò le dimissioni. La ritrosia ad essere valutati - prosegue Guerra - viene, spesso, motivata dai docenti in quanto incoerente con la libertà dell'insegnamento. Una libertà, a mio avviso, male interpretata poiché l'insegnante è sì libero di adottare le strategie didattiche che gli sono più congeniali, ma nel rispetto del Piano dell'Offerta Formativa approvata dal collegio docenti. Alla valutazione, inoltre, potrebbero essere legati premi o aumenti retributivi per i più meritevoli».
Dopo l'avvio di due sperimentazioni nel 2010, il Ministero ha deciso di allargare la partecipazione alle scuole che decideranno di aderire (entro il 12 marzo) al progetto VALeS, riproponendo percorsi sperimentali di individuazione di strumenti, criteri e metodologie per la valutazione esterna delle scuole e, per la prima volta, dei dirigenti scolastici. Il progetto coinvolgerà non più di 300 istituti su tutto il territorio nazionale e avrà durata triennale. Un nuovo capitolo, l'ennesimo, si scriverà nella storia della scuola italiana, forse. Una scuola appesantita dalla burocrazia, ferita dalla mancanza di fondi, in crisi di identità tra scuola e azienda, ma sostenuta da moltissime persone che ci lavorano con passione, competenza e professionalità per renderla ogni giorno migliore, nonostante tutto.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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